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MADDALONI- Il Pnrr è già realtà. Mentre il “consiglino comunalino” di Maddaloni si appresta a varare la “Cabina di Regia” (non si sa con chi, con quali competenze e per fare che cosa), è già realtà il recovery fund delle cose concrete e non delle chiacchiere. Basti pensare che la Bari-Napoli (opera già finanziata con un’operazione contestata e truffaldina) è stata inserita nel Recovery anzi è il Recovery, sottraendo da parte del Partito Unico del Nord (nel silenzio totale dei partiti territoriali) risorse aggiuntive al divario territoriale. Ma che interessa del futuro del territorio a chi si limita a sbandierare tricolori e la veccia logica dei posizionamenti? Nulla. Torniamo al recovery della cose concrete. Siglato il primo accordo, propedeutico all’accordo di programma, per realizzare lo «shift modale», ovvero il collegamento diretto tra la ferrovia e le autostrade. Nella sede regionale di sede di Rfi, il direttore Rapuano, il sindaco Andrea De Filippo e il management dell’ dell’ Interporto Sud Europa (Ise) hanno siglato il primo accordo per la connessione diretta tra le «aree intermodali ferro-gomma casertane con il nascente casello autostradale Maddaloni-Interporto sull’A30».

Sindaco allora di che si tratta?

In concreto, lo scalo merci ferroviario Maddaloni-Marcianise (il più grande del Mezzogiorno) e la piattaforma dell’Ise si ritagliano un ruolo importante nel nuovo «Piano nazionale della logistica e dei trasporti» strettamente collegato al Pnnr, fondato sulla integrazione e non più sulla competizione tra i diversi segmenti e vettori della logistica.

Ma queste sono le parole del ministro Giovannini pronunciate tre giorni fa a Napoli?

Appunto. Il ministro invita a costruire la logistica interata. A Maddaloni si fa. Mi spiego: con procedure rapide, a breve, il comune (nel ruolo di ente attuatore dei lavori autostradali) autorizzerà con modalità celeri la costruzione di una bretella di collegamento diretto tra autostrada, interporto e scalo. Rfi completerà i tracciati stradali esistenti ma mai aperti. L’Ise sposterà i varchi di ingresso.

Si tratta della strada che collega il nascente casello autostradale fino alla rotonda Ficucella che esiste già in parte?

Si proprio quella. Questa opera a basso costo è la prima pietra per la connessione allargata, via ferrovia, con il Porto di Napoli.

Maddaloni, e le piattaforme logistiche casertane, si candidano a svolgere un ruolo di area retroportuale?

Assolutamente si. Il ministro Giovannini ha esortato a superare la logica della concorrenza tra settori della logistica con quella della l’integrazione. Con questo progetto, ad alta produttività e a costi irrisori, si utilizzano strutture esistenti ammodernando solo il sistema delle connessioni. La logistica integrata, a Maddaloni, nasce connettendo scalo ferroviario e A30 completando poco più di un chilometro di strada. Così come poco meno di due chilometri di binari permetterebbero di collegare Napoli Traccia al Porto bypassando via Galileo Ferraris. Insomma, lo shift modale, raccomandato dal ministro ai trasporti Giovannini, è a portata di mano.

Il problema è seprare il traffico dei Tir da quello delle strade ordinarie. O no?

Ci saranno finalmente le ricadute sulla circolazione tra Caserta Sud Maddaloni. Tutto il traffico dei mezzi sarà deviato sull’A30, sulla nuova bretella di raddoppio della provinciale 223 e sugli gli assi di scorrimento veloci interni, mai aperti, dell’interporto.

Rotonda via Ficucella. L’asse di collegamento diretto al nascente casello autostradale sull’A30
Redazione