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Gli operatori del Contact center nazionale INPS incroceranno le braccia in tutte le sedi d’Italia martedì 13 per lo sciopero nazionale di settore proclamato dall’Ugl Telecomunicazioni per protestare contro il progetto del Presidente Inps Pasquale Tridico, che pur prevedendo l’internalizzazione dei lavoratori in INPS Servizi SpA, società interamente controllata da Inps, non intende nel passaggio di cantiere applicata la clausola sociale prevista dalla legge nei passaggi di commessa da un gestore a un altro, annunciando la volontà di bandire una pubblica selezione che rischierebbe di lasciare fuori dal perimento attuale centinaia di lavoratori e comprometterebbe seriamente inquadramento e salari.In Campania i lavoratori della sede di Marcianise si riuniranno il 13 luglio dalle 10.30 alle 12.30 per un presidio sotto la sede centrale INPS di via Medina di Napoli per manifestare la loro netta contrarietà a questo scellerato processo di internalizzazzione che rischia concretamente di impoverire il tenore di vita di 800 famiglie che da vent’anni operano con professionalità nel segmento Contact del settore Tlc in Campania, avendo attraversato tutta la precarietà dei call center in outsourcing alle dipendenze di Almaviva, Covisian e Comdata.”L’Ente sta predisponendo una serie di artifici e con l’aiuto di partiti politici una serie di emendamenti per procedere all’assunzione, riducendo però drasticamente lo stipendio, le ore lavorabili ed i livelli inquadramentali. Nel frattempo – sostengono i lavoratori – il presidente Tridico pubblicizza l’internalizzazione come un evento epocale per l’Ente poiché, a suo dire, nasceranno tanti funzionari telematici molto preparati in grado di risolvere i problemi degli utenti oltre che di fornire semplici informazioni, ma lo faranno con uno stipendio da fame.L’ Ente detta le regole di assunzione pubblica – prosegue la nota – non considerando la norma della clausola sociale voluta fortemente dalle parti politiche e sindacali per tutelare un settore in crisi. Decide di estromettere i colleghi di Ader che per il 70 % della loro giornata lavorativa rispondono per INPS e chi è stato assunto anni fa come co.co.co. e non ha il diploma resterà senza lavoro e dovrà ricorrere alla Naspi ed al Reddito di cittadinanza. Noi non molliamo nemmeno di un centimetro, lo insegna la storia dei 147 ben documentata sulla nostra pagina Facebook. Cominciamo da qui – concludono i lavoratori – con questo sciopero e questo sit in di protesta e quanto prima faremo sentire la nostra voce a Roma e saremo più di 3200″.

Redazione