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di Antonio Del Monaco

Ancora una volta voglio gridare il mio disappunto, il mio categorico No al silenzio, all’omertà, all’inerzia, all’oblio…

Oggi, come ogni anno, ricordiamo la morte di un grande uomo dello Stato; di un uomo che ha sacrificato la propria vita per la lotta alla mafia, per dare alla Sicilia e a tutto il Paese un futuro più giusto e privo di paura. Borsellino, come Falcone, le loro scorte, uomini e donne morti violentemente per mano di gente ignobile, senza coscienza, senza Dio.

Che fine hanno fatto le loro idee? Chi continua a lottare davvero nel loro nome? Chi porta avanti il difficile e lungo lavoro in cui, con estremo sacrificio, hanno fortemente creduto?
Non possono morire con loro, non è giusto. È come ucciderli una seconda volta, e un’altra e poi ancora un’altra…

Sento parlare di memoria, di valori, di verità. Quando? Dove?
La mafia, la criminalità organizzata, può essere sconfitta, deve esserlo! Ma ci vuole grande determinazione, volontà…e soprattutto trasparenza.
Ci vogliono persone come Falcone e Borsellino, anime pure che non temevano di fare nomi, di denunciare, di alzare polveroni, di portare scompiglio ai piani alti.
Persone che credono in ciò che fanno, che hanno valori radicati e spirito di abnegazione.
Serve verità, la sola che può salvarci.
Serve verità, l’unica strada percorribile.
Serve verità, prima di parlare di memoria, commemorazioni, omaggi, altari, targhe, monumenti.
La verità è l’arma che abbatte ogni muro di fango fetido, di vile menzogna, di subdola eloquenza.

Lo ripeterò sempre, fino allo stremo: non scomodate i morti.
Non vanificate il loro sacrificio, non mortificate il loro ricordo, non uccideteli una seconda volta…
Se silenzio, inerzia e omertà sono le uniche cose che sembrano avere vita lunga.

Redazione