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MADDALONI- Un rimborso di 40 mila euro per incominciare. Si è cercato una impossibile mediazione. Ora, i titolari di concessioni degli impianti pubblicitari, regolarmente concesse dall’ufficio tecnico comunale ma rimosse e che non si considerano abusivi, chiedono indennizzi danni al comune per «rimozione irregolare e ingiustificata nonché danno commerciale per imposta mancanza di rispetto di campagne pubblicitarie nazionali, pianificate, pagate e interrotte». Lo scontro è solo all’inizio: tutte le altre concessionarie, operanti su scala provinciale e regionale, si apprestano a chiedere altri danni che supereranno agevolmente i 100 mila euro. Non si dialoga più: la parola è passata ai legali di parte. Il comune invece va avanti a colpi di demolizioni ad oltranza. Molti dei gestori, inseriti nell’elenco delle 146 rimozioni forzate di impianti pubblicitari (installazioni 6×3) hanno prima chiesto una sospensione ma di protesta preventiva. Gli impresari maddalonesi si sono rifiutate di pagare anche l’addebito dei danni di rimozione, nonché di custodia degli impianti, che il comune chiederà alle aziende finite nel mirino. C’è una folla di esposti, anche di segno opposto, pervenuti in Procura. Ma i gestori non ci stanno. Hanno impugnato anche l’ordinanza in «quanto generica; non identifica l’ubicazione degli impianti, i titolari e la natura di infrazione contestata». E ora rilanciano poiché «sono state manomesse installazioni su aree private in linea con i criteri di sicurezza e dotati anche di contratti per l’erogazione di energia elettrica». Intanto, rimossi d’autorità tutti gli impianti a meno di tre metri dal ciglio della strada e 100 metri dalle segnaletica stradale verticale di pericolo e indicazione.

Redazione