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MADDALONI- Finirà tutto in Tribunale. Non sarà una passeggiata per il comune che si è lanciato nella guerra a colpi di gru, rimozioni forzate e ora pure di diffide o  sentenze: circa 146 (cartelloni 6×3) rimozioni forzate. I privati attaccano e il comune risponde. C’è tanto lavori per gli avvocati. Si scoprono le carte e comincia un duro botta e risposta: formalizzata la prima richiesta di risarcimento danni (peri a 50 mila euro) per «rimozione irregolare e ingiustificata nonché danno commerciale per imposta mancanza di rispetto di campagne pubblicitarie nazionali, pianificate, pagate e interrotte». E’ solo l’inizio: secondo una stima, fatta a naso, la somma è somma destinata a raddoppiare. Il comune insiste e risponde, non a chiacchiere, ma con sentenze già passate in giudicato. La migliore difesa è l’attacco. Divulgata la prima sentenza favorevole firmata dal Giudice di Pace di Maddaloni. Reso pubblico il primo dispositivo, firmato dal magistrato onorario Alberto Di Vico. Intanto, i gestori devono pagare le multe. Sono tutte valide le sanzioni amministrative, per collocazione irregolare degli impianti (autorizzati o abusivi). In dettaglio, le multe irrorate anche alla Pubblilalia (titolare di una autorizzazione del 1990) che ha ricostruito l’impianto in difformità alle autorizzazioni originali. Inoppugnabili le sanzioni per gli abusivi. Il comune usa la mano pesante: revocate in autotutela tutte le autorizzazioni rilasciate in passato. Abbiamo scambiato qualche battuta fugace con il vicesindaco Gigi Bove, responsabile del contenzioso.

Siamo al botta e risposta?

Siamo nel mezzo di una campagna per il ripristino della piena legalità. In punta di diritto, tutti coloro che si appellano ad installazioni autorizzate sulla base di silenzio-assenso sono stati smentiti da recenti pronunciamenti della Cassazione.

In sintesi, gli abusivi sono abusivi e le revoche delle autorizzazioni sono legittime?

L’ente locale ha in esclusiva e di revoca di qualsiasi autorizzazione qualora se ne sovvengono i motivi. Non lo dice il vice sindaco ma la Cassazione. Qualsiasi parola aggiuntiva sarebbe inutile: le 146 rimozioni forzate di impianti pubblicitari (installazioni 6×3) vanno fatte perché non rispettano le procedure autorizzative e nemmeno il codice della strada.

E’ una risposta anche ai tanti che, con esposti inviati in Procura, chiedevano la fine del Far West degli impianti pubblicitari?

Anche. Anche se gli atti ammnistrativi vanno fatti non d’imperio ma seguendo gli iter imposti dalla legge. E anche questo è stato fatto.

C’è anche un problema di sicurezza?

Gran parte delle grandi insegne pubblicitarie, a partire dalle dimensioni 3×4 e superiori, sono tutte abusive ma soprattutto pericolose perché non rispettano le regole di sicurezza del codice della strada (art.23) con gravissime ripercussioni sulla sicurezza della viabilità». Contestazioni fatte con il metro alla mano: gran parte degli impianti sono collocati a meno di tre metri dal ciglio della strada e 100 metri dalle segnaletica stradale verticale di pericolo e indicazione. La maggiora parte sono collocati negli incroci, lungo gli svincoli principali e soprattutto le rotonde delle statali. Numeri e non opinioni.

Redazione