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MADDALONI- Rubare le suppellettili e gli ornamenti per i cari defunti. Non si riesce ad estirpare questa macabra e vile tradizione al cimitero di Maddaloni. Con discrezione sono state raccolte le continue segnalazioni sulla razzia di statue, croci, portafiori, iscrizioni,  targhe in bronzo e in ottone. C’è chi va a caccia di suppellettili in rame, in peltro e in argento. Ma portati via, in maniera selettiva, vasellame artistico, oggetti liturgici, portafoto, ricordi e pure qualche altare votivo. Pezzo dopo pezzo, si configura l’ennesimo furto su vasta scala al cimitero di Maddaloni. Tanto che la direzione del cimitero ma anche gli addetti alla vigilanza raccomandano ai visitatori di non portare al cimitero oggetti di valore o che solo apparentemente possono attirare l’attenzione di chi è indifferente ai danni procurati e al vilipendio per gli addobbi in onore della memoria dei defunti. La patologia, perché solo di malattia si può parlare, è così radicata che scompaiono pure croci e persino i contenitori di plastica. E’ una storia che si ripete. La vigilanza interna, la polizia municipale e la direzione del cimitero hanno condotto un rapido censimento: ancora una volta prese di mira le oltre 33 cappelle pubbliche distribuite lungo le mura perimetrali e le aree di inumazioni, sempre pubbliche, nella zona del colombaio comunale. Nel totale, tra il 2020 e 2021, nonostante le lunghe chiusura causa lockdown, sono stati conteggiati almeno 200 loculi danneggiati o oggetto di furto. Il conto danni è di gran lunga superiore al bottino. Il materiale più prezioso asportato, sul mercato legale, vale due euro al chilo. E proprio per questo la foga dell’accaparramento delle maggiori quantità possibili si è trasformata in danneggiamento seriale.

Redazione