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MADDALONI- Fallito il primo tentativo. Doveva essere un progetto pilota: invece, è andata in tilt la grande compostiera di comunità, installata dalla Regione Campania, che doveva trasformare il mercato ortofrutticolo di Maddaloni nella prima area agroalimentare capace non solo di smaltimento autonomo ma anche di valorizzazione della frazione umida dei rifiuti. Non è arrivata la «produzione di compost fresco, processo avviato in collaborazione con i tecnici della Regione». Per guasto tecnico si è interrotta la filiera di produzione basata sulla triturazione e miscelazione, biossidazione accelerata, degradazione biologica e infine raffinazione. La sperimentazione non si ferma. Dal mese prossimo, riparte un nuovo ciclo per ottenere materiale igienizzato, ancora in corso di trasformazione biologica, estremamente ricco di elementi nutritivi (in particolare azoto) utili per la fertilità del suolo e la nutrizione delle piante; è utilizzato in florovivaistica per la preparazione di letti caldi. Intanto, è previsto un impianto di coproduzione potenziata al palazzetto dello sport di via Viviani (alimentato con gli sfalci delle potature) e pure potenziamento delle compostiere di prossimità. L’ultimo intervento partirà a settembre: via le vecchie caldaie e l’impianto di climatizzazione del palazzetto dello sport che ospiterà invece un impianto di valorizzazione termica alimentato a biomasse. Nota dolente è la mancata diffusione delle compostiere condominiali. Molte sono state le richieste. Ma di fatto il bando è andato deserto (distribuiti meno di 20 su 150 impianti disponibili) per la mancanza si agglomerati residenziali adeguati dotati di ampi spazi verdi indispensabili per trasformare in compost la frazione umida prodotta dai singoli condomini. Bocciate la quasi totalità delle candidature: senza aree verdi gli spazi condominiali cementificati non possono produrre compost.

Redazione