
La dure proteste e la denuncia, in qualità di membro della commissione ecomafie, il parlamentare solleva il caso grave dell’abbandono dei ben immobili confiscati ad imprenditori ad Acerra
Ill.ma On. Luciana Lamorgese
Ministro degli Interni
caposegreteria.ministro@interno.it
luciana.lamorgese@interno.it
e p.c
Ill.mo Marco Valentini
Prefetto della Provincia di Napoli
prefettura.napoli@interno.it
Ill.mo Dott. Filippo Romano
Vice Prefetto Commissario
della Terra Dei Fuochi
umberto.attianese@interno.it
Dott.ssa Antonella Caricato
Direttore amministrativo
Cancelleria Seconda sezione
Penale e misure di prevenzione
del Tribunale di Napoli
antonella.caricato@giustizia.it
Dott. Mario Ferrara
Amministratore giudiziario
mar78fer@yahoo.it
Dott.ssa Paola Maddalena
Amministratore giudiziario
maddalena@associati.org
Raffaele Lettieri
Sindaco di Acerra
sindaco@comune.acerra.na.it
TRASMISSIONE VIA E-MAIL
Oggetto: richiesta intervento sui patrimoni sottratti ai condannati per disastro ambientale
Illustrissima Signora Ministro,
quale cittadino campano anzitutto, parlamentare del territorio nonché membro della Commissione Ecomafie, mi rivolgo alle Lei per una questione di grande urgenza riguardante il territorio di Acerra. Questione affrontata più volte dal sottoscritto attraverso interventi in aula e con interrogazioni parlamentari.
Qualche settimana fa ho avuto modo di ispezionare i beni confiscati ad alcuni imprenditori dello smaltimento di rifiuti, condannati per disastro ambientale.
Questi beni versano in uno stato di totale abbandono, letteralmente saccheggiati. Come se non bastasse, ripetuti incendi dolosi, facile conseguenza dell’incuria, si sono verificati nella zona, generando l’ira e il malumore dei cittadini oramai stanchi di respirare aria nociva.
L’ispezione è iniziata infatti in un agriturismo di Acerra, in località Lenza Schiavone, dove di recente le fiamme hanno devastato l’uliveto e altre strutture.
Il casale del 1700, corpo principale dell’agriturismo, si presenta in molte sue parti saccheggiato e gravemente deturpato. Ristrutturato in pieno stile camorristico, di gusto assai discutibile, all’epoca veniva utilizzato per feste e ricevimenti.
I ladri sono riusciti a portare via persino il cancello d’ingresso e la recinzione di metallo. Praticamente in totale tranquillità, terra di nessuno.
La mia ispezione, accompagnata dagli attivisti ambientalisti Alessandro Cannavacciuolo, Michele Pannella e Valerio Montesarchio, è stata protetta da una pattuglia di scorta della Polizia di Stato afferente al locale commissariato.
Sul luogo ho avuto modo di visitare anche gli attigui impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti confiscati agli stessi imprenditori, condannati per disastro ambientale: uno di questi impianti, ora di proprietà del comune di Acerra, è circondato da rifiuti di ogni sorta e da carcasse di auto bruciate.
È facilmente riscontrabile come alcuni terreni coltivati qui si presentino sopraelevati rispetto al livello del suolo e questo fa sospettare che ci siano rifiuti sotterrati.
L’ispezione è proseguita in uno stabilimento di via Tappia, sul lato opposto dell’agro acerrano.
Anche quest’impianto è stato confiscato agli stessi soggetti condannati: grazie ai fori nelle porte, causati dall’incuria del tempo, è possibile osservare che all’interno del capannone sono stati depositati materiali edili e scarti di vario tipo. Materiali presumibilmente gettati di recente.
Il capannone riporta ancora sul muro il nome dei vecchi proprietari che hanno ricevuto ormai anni fa il provvedimento di confisca, cosa alquanto singolare.
E dunque mi chiedo: la presenza dello Stato, qui, in queste terre che sembrano dimenticate da Dio, dov’è? La condizione di totale abbandono istituzionale ad Acerra è inaccettabile e non può passare in sordina.
Le chiedo pertanto di trovare una definitiva e consona soluzione al problema, ripristinare la zona dando nuova vita alla struttura, facilmente recuperabile e fruibile alla comunità, ad esempio per uso sociale.
È necessario che gli organi competenti si assumano tutte le dovute responsabilità del caso. Lasciar andare tutto in malora è segno di grave fallimento istituzionale.
Certo di un cortese riscontro e ringraziando per l’attenzione, porgo distinti Saluti.
Roma, 18 Settembre 2021