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Chi ci segue sa che abbiamo fino alla noia contestato l’assenza di un Assessore ai servizi sociali (come al Bilancio). Una scelta, quella di Pacifico (o a lui imposta), scellerata e figlia della spartizione e della volontà di continuare a tenere mani fameliche in un settore che ci si ostina a lasciare in una condizione clientelare. Eallostessomodoavevamocontestatolagestionedelpersonale,checontinuaanonconsiderarel’importanzastrategica del welfare, al punto da arrivare ad autorizzare la mobilità di un’Assistente sociale presso il Comune di Gaeta, pur avendo il nostro Ente una carenza d’organico imbarazzante proprio sul fronte di tali professionalità. E ora-oltre all’assessore-scompare anche la ripartizione (la quinta). L’assenza della dottoressa Marfisa Varone (alla quale l’AMBC invia i migliori auguri), che reggeva protempore la ripartizione e lo stato di dissesto del bilancio, che impedisce una qualsiasi ipotesi di sostituzione temporanea con professionalità esterna, hanno costretto infatti Pacifico a spappolare la ripartizione, attribuendo pezzi di essa (contributi a persone ed enti; servizi alla persona e a domanda, istruzione e cultura) ad altri tre apicali comunali, dando vita ad un vero e proprio delirio organizzativo e funzionale. Mentre, contestualmente, il coordinamento dell’ufficio di Piano dell’Ambito territoriale CE 10 (di cui Mondragone è capofila), anch’essopostoprecedentementeincapoaVarone,èstatoaffidatoall’ottimaAssistentesocialediCastelVolturno,ladottoressa Annamaria La Penna. Tutto ciò sta a dimostrare inconfutabilmente-e ancora una volta- il fallimento dell’Amministrazione Pacifico, capace in questi anni di peggiorare (e di molto) tutti i settori dell’azione amministrativa. Dove hanno messo le mani hanno fatto disastri! E, intanto, glia dempimenti che fanno capo all’ex ripartizione, ormai resa liquida, restano drammaticamente al palo, a partire dai “buoni spesa” i cui soldi che il Governo ha inviato al nostro Comune continuano a restare nelle casse comunali e a non essere distribuiti ai cittadini che ne hanno diritto (e bisogno). Una vergogna! Ma la “direzione che non c’è più” si occupava (diciamo) anche di scuola e di cultura. Sulla scuola siamo in trepidante attesa di conoscere- per esempio- quando vorranno partire con la refezione scolastica, che in tanti Comuni- anche della provincia di Caserta-è già iniziata o è sulla rampa di lancio. In merito alla “cultura”, invece, occorre dire che negli anni di Pacifico ci si è mossi senza alcuna visione né progetto (non ci sono state, insomma, politiche culturali e a Mondragone in questi anni non c’è stata alcuna offerta culturale) e che quel poco che è stato messo in piedi si è caratterizzato per i tratti di estemporaneità, clientelismo, incomprensibilità e spreco, a partire dal trasferimento del Museo presso il palazzo Ducale, che di fatto ha interrotto un pubblico servizio. Una “cultura” (si fa per dire) chiusa a“Riccio” e piegata alle esigenze di visibilità di qualche “Club privé” e alla “solita compagnia di giro” degli sponsor. Una “cultura” (si fa per dire) che ha abusivamente occupato quella parte di palazzo comprata dagli eredi Tarcagnota e ristrutturata con fondi pubblici per essere un Centro Servizi Turistici- CST per farla diventare invece un abusivo Centro culturale, per giunta inaccessibile (in particolare per le persone con disabilità), di inutili Informagiovani, di Convegni per pochi (e neppure pubblicizzati), di una Mediateca scarsamente frequentata e di “fabbrica di progettini” vari, che immancabilmente si perdono per strada. A proposito: possiamo far conoscere ai cittadini a che punto è il progetto “Fermenti in Comune”? È stato realizzato? E con quali ricadute? E quel “Progetti di Vite -chiuso, riaperto e richiuso– a che punto è? Possiamo avere, di questi e di altri progetti finanziati con soldi pubblici, una pubblica rendicontazione? L’ultimo di questi progetti è “Le Chiese della Rocca. Un percorso verso l’immortalità”. E anche in questo caso le domande non mancano. Il direttore (di lungo corso) del Museo, in collaborazione con la direttrice del laboratorio di restauro del Museo (anche lei di lungo corso) e con l’indispensabile supporto di una Unità Operativa comunale redigono il progetto, il cui piano finanziario prevedeva un finanziamento di 12mila € dalla regione Campania e 8mila € in quota comunale. A marzo scorso la Giunta di Pacifico approva il progettoeafinemaggiolaregioneCampanialoammetteafinanziamento.NelprogettopresentatoedapprovatodalComuneedalla Regione non si fa alcun riferimento a collaborazioni esterne o ad “appalti”. A settembre, invece, una determina affida la realizzazione del progetto ad una ONLUS napoletana denominata “I Sedili di Napoli”. Da dove è uscita tale associazione? Come è stata scelta? Chi l’ha proposta? La ONLUS chiede anche che gli venga anticipato il 50% della somma prevista dal progetto per le attività. E con successiva determina- prontamente– si impegna e si liquida alla ONLUS la somma di € 6.500 “pari al 50% della somma impegnata per la realizzazione delle attività in questione”. Eppure, leggendo le principali voci di spesa riportate nel progetto a noi “i conti non tornano”.

Redazione