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MADDALONI- Non più partiti ma macchine elettorali. Non più eletti ma gestori del consenso personale. Non più militanza ma continua professione di appartenenza e fedeltà ai consiglieri regionali di turno. Non più movimenti ma listarelle personali o familiari utili per spuntare vantaggi di posizione. Non più confronto con il territorio ma raccolta di consensi e annunci a mezzo stampa. E’ la crisi della politica che non rappresenta più la città ma se stessa. C’è chi prova ad invertire la tendenza. Anche il Pd cerca di scuotersi ed avviare una nuova stagione politica.

Antonio Giannini, ormai sembra che quello che resta dei partiti, le liste civiche senza anima e i consiglieri comunali vivano a rimorchio degli atti ammnistrativi. Non si fa più politica ma solo campagna elettorale?

Devo premettere che condivido l’analisi dell’ex sindaco Franco D’Angelo: l’attività politica deve trovare la sua autonomia. Una cosa è amministrare, impegno difficile e necessario, un’altra è fare politica. I due momenti sono diversi. Non c’è confronto politico, quello che individua gli scenari, discute del futuro, elabora un’ idea di territorio per orientare l’azione amministrativa. Il risultato è grave perché esiste una oggettiva sofferenza della rappresentanza delle istanze del territorio. E senza questa, sopravvivono solo le macchine elettorali tirate a lucido periodicamente per le campagne elettorali. Così non si va da nessuna parte.

E come se ne esce?

Come Pd stiamo riorganizzando il partito. Ma serve avviare un confronto interpartitico dove si possa avviare un confronto per la città.

Anche il Pd però soffre della crisi della rappresentanza…

Come opposizione facciamo autocritica. Ci sono stati degli errori e della carenze. Ma fatta questa premessa, esiste una diffusa non volontà a confrontarsi sulle prospettive della città. L’amministrazione in carica, su nulla, intende confrontarsi con le opposizioni. E’ autoreferenziale. Vive di se stessa e snobba qualsiasi forma anche di interlocuzione, non sulle scelte ammnistrative quotidiane, ma sui grandi tempi che travalicano gli schieramenti e riguardano il futuro della comunità.

Può farci qualche esempio?

Ne potrei fare mille. Ma resto all’attualità più immediata: sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non c’è nessun confronto in atto. Premesso che non si tratta di progetti con ricadute immediate, e proprio per questo, sul medio e lungo termine non si può non coinvolgere tutte le forze della città per acquisire pareri, suggerimenti, progetti che non appartengono ai singoli ma sono una risorsa comune.

Quindi bisogna superare una visione privatistica della politica?

Prima c’è la politica e poi la fase amministrativa. Sul futuro e le sfide che siamo chiamati, come comunità e non come singoli partiti, tutti dobbiamo dare un contributo. Diversamente, l’assenza è una grave omissione verso le generazioni più giovani. Ci siamo ormai ridotti a fare campagne elettorali retrocedendo a semplici tifoserie acefale. Siamo chiari: non vogliamo ridurci, come è accaduto più volte, ad arrivare fino all’ultimo secondo per cercare un sindaco che mette insieme delle liste per cercare il consenso per poi ritornare a dormire o al letargo della politica.

Quindi che farete?

A breve convocheremo tutte le forze che, direttamente o indirettamente, si richiamano al centro sinistra. Senza tanti giri di parole bisogna avviare un confronto con il Movimento Cinque Stelle anche a Maddaloni. Va sciolto il nodo di Italia Viva che ovunque sta sostenendo i sindaci del centrosinistra. E’ arrivato il momento di sciogliere le ambiguità e fare chiarezza anche a Maddaloni.

Redazione