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MADDALONI- E anche il tentativo di mediazione sembra proprio fallito. Nemmeno la disponibilità alla creazione delle segnaletica verticale orizzontale (di competenza del gestore, secondo il comune) sembra aver sortito effetto. Tra Buttol e comune sembra arrivata davvero la resa dei conti: l’isola ecologica resta chiusa, nonostante i continui sopralluoghi tecnici (l’ultimo si è tenuto ieri n.d.r.), e il disservizio ha raggiunto livelli insopportabili. Prima mancava l’Aua e l’autorizzazione è stata ottenuta. Mancava l’immissione in fogna protetta ed è stata realizzata. Non c’era un servizio igienico per gli addetti ed è stato fatto. Poi l’ufficio, l’area, lo spazio scarrabili. Niente da fare. La sensazione, che poi è anche una certezza, è che la meticolosità puntigliosa nasconda un conflitto molto più profondo e la fine dello spirito di collaborazione che ha caratterizzato, con alterne vicende, il rapporto tra il gestore unico dei servizi ambientali e il comune. Insomma, tra polemiche, ricorsi, penali, ricorsi alle penali, il rapporto sembra proprio essere ormai arrivato alle battute finali. Capitolato d’appalto alla mano, la storia non sembra più essere collegata al «controllo delle corrette pratiche di gestione». Il servizio è sospeso da oltre 15 giorni con grave danno economico ed ecologico poiché è fermo il conferimento di tutti i rifiuti ingombranti, elettrodomestici dimessi, sfalci di potatura, oli esausti, batterie. L’effetto è l’accumulo indifferenziato, un po’ ovunque, del materiale non più smaltito in via Viviani presso il palazzetto dello sport. E adesso, il comune, che sta applicando penali quotidiane, fa un altro passo in avanti imputando la sospensione del servizio. Che succederà? Dovrebbe succedere quello che è stato annunciato da giorni: affidamento della gestione del centro di conferimento ad una nuova ditta con addebito dei costi in danno alla Buttol. Così, dove la mediazione spira aria di divorzio.

Redazione