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L’italia del giornalismo sportivo e il grande pubblico della televisione piangono la scomparsa di Giampiero Galeazzi, tra i più popolari e stimati inviati RAI, icona indiscussa, che con il suo stile unico ed inconfondibile ha raccontato grandi imprese sportive per poi dedicarsi agli show del piccolo schermo riscoprendo una seconda vita televisiva ma soprattutto conquistando nuovo affetto da parte del pubblico. Giampiero Galeazzi aveva 75 anni, era da tempo malato e si è spento a Roma. Bisteccone, suo celebre soprannome che ne fotografava la fisicità e quell’aria da gigante buono, era stato in gioventù un ex campione di canottaggio (nel 1967 vinse il campionato italiano nel singolo e nel doppio con Giuliano Spingardi l’anno successivo). Non aveva ancora salutato definitivamente la carriera sportiva, quando venne assunto in Rai come giornalista. Venne inviato alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera ed effettuò la sua prima radiocronaca proprio nella sua disciplina. Il canottaggi lo ha reso celebre al mondo intero grazie alle telecronache dei successi mondiali ed olimpici dei fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale da Castellammare di Stabia, dove non mancava mai l’incitamento per lo storico timoniere Peppeniello Di Capua (“rinviene la Germania ma la prua è italiana“, l’urlo meraviglioso nella finale delle Olimpiadi 1988).

Giampiero Galezzi con Diego Maradona: 10 maggio 1987, Napoli Campione d’Italia

Galeazzi è stato narratore più che il telecronista di una stagione d’oro dello sport azzurro con il suo modo unico di esaltare successi e protagonisti. Tra gli inviati più famosi del leggendario “Novantesimo Minuto” di Paolo Valenti, di lui si ricordano le emozionati interviste agli idoli degli stadi Anni ‘80 (Gullit, Rumenigge, Conti) effettuate a bordocampo poco primo dell’inizio delle partite oppure nei tunnel degli spogliatoi. Fotografia di un calcio romantico con le radioline in contemporanea e senza i diritti televisivi che bloccavano ogni tipo di iniziativa fuori protocollo. In Campania il ricordo di Giampiero Galalezzi affonda in un altro momento diventato storia, il primo storico scudetto del Napoli di Maradona nel 1987 con le interviste negli spogliatoi tra gavettoni, lacrime ed abbracci (GUARDA IL VIDEO). Non mancano momenti consegnati alla storia del giornalismo televisivo anche nel tennis. Bisteccone è stato simbolo indiscusso di un modo di raccontare lo sport che ha segnato un’epoca. Negli anni Novanta la sua seconda vita prima al fianco di Pippo Baudo che lo volle nella “squadra” di un Festival di Sanremo nel 1996, poi con la sua grande amica Mara Venier in tantissime edizioni di “Domenica In” dove tra un risultato parziale delle partite e una colonna vincente del Totocalcio, si cimentava in travestimenti e macchiette che lo fecero amare anche dalle casalinghe e dal pubblico extra sportivo.

Vincenzo Lombardi