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MADDALONI- Molte chiacchiere, la solita politica da marciapiede e l’eterno pellegrinaggio da un’elezione all’altra o da un consigliere regionale all’altro. Ma sui grandi temi, quelli su cui ci si gioca il futuro, si ripete sempre e solo un silenzio tombale. Fanno eccezione una ristretta cerchia, qualche solito noto e gli addetti ai lavori. Maddaloni, e tutto il sud, non ha classe dirigente. Altrimenti, sul Puc (che dovrebbe decidere i futuro della programmazione territoriale) e sul Pnrr, si dovrebbe registrare una mobilitazione ai massimi livelli. Vediamo a che punto sono arrivati i lavori della commissione consiliare bipartisan sul «Recovery fund». Ne parliamo con Giuseppe Carfora, commercialista e membro della maggioranza nella commissione presieduta da Bruno Cortese, facciamo un primo bilancio.

Ci sono state delle sedute e sono emersi i primi orientamenti?

Si due. Subito è stato rimodulato lo statuto ed è emersa una cosa molto concreta.

Quale?

La commissione è un incubatore di idee e progetti. Ma è evidente che non basta: senza il ricorso a tecnici specializzati (almeno quattro), a tempo determinato, non si riuscirà a redigere i progetti collegati al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Ci vuole personale dedicato in maniera esclusiva?

Permane nell’amministrazione comunale un grande deficit di personale tecnico qualificato. Per poter vincere la grande sfida del più grande piano di investimenti della storia repubblicana d’Italia, ci vogliono tecnici senza i quali non si va da nessuna parte.

Questo è un problema che affligge tutto il Mezzogiorno…

Appunto per questo, bisogna attrezzarsi in tempo altrimenti c’è sempre il rischio di non riuscire a competere al meglio.

Esiste un orientamento progettuale?

Il lavoro è all’inizio ma sono state individuate quattro grandi aree di programmazione urgente: polo della logistica comunale (bando di adesione per un consorzio territoriale di tutte le imprese di trasporto), nuova viabilità, videosorveglianza potenziata e nuova illuminazione pubblica a risparmio energetico e, infine, dissesto idrogeologico. E’ chiaro che va messa in piedi una struttura autonoma anche perchè l’Ufficio tecnico comunale, già oberato di lavoro, non può dare risposte immediate a tutti. Và coordinata l’azione anche con altre realtà sovracomunali.

Tipo?

Serve una «cabina di regia progettuale», allargata a Rfi e Regione Campania che hanno già progetti per il ridisegno delle strade di accesso alle gradi aree intermodali; per il finanziamento di tutto il sistema di accesso allo scalo merci ferroviario Maddaloni-Marcianise (il più grande del Mezzogiorno), all’ Interporto Sud Europa (Ise), al nascente hub logistico per la manutenzione di Rfi. Con i fondi del Pnrr, riservate alle infrastrutture e alle aree retroportuali, si punta su tre grandi strade tra i comuni di Maddaloni e Marcianise, completamente nuove e alternative alla vecchia rete stradale e provinciale fortemente inadeguata. E’ pure in fase avanzata, ma non ancora esecutiva, la connessione diretta tra le «aree intermodali ferro-gomma casertane con il nascente casello autostradale Maddaloni-Interporto sull’A30. Su tutto questo bisogna fare sintesi.

Redazione