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A Finè ro’ juorno sta tutta ca’”, stavolta davvero. Cinque stagioni, otto anni e cinquantotto episodi dopo, cala il sipario su “Gomorra”, la serie televisiva tratta dal best seller di Roberto Saviano. Un progetto nato tra mille dubbi e perplessità, capace di cambiare il concetto di serialità italiana e soprattutto di diventare l’audiovisivo più amato e seguito all’estero, conquistando anche mercati difficilissimi, in primis quello americano. Lo scorso 19 novembre, alla vigilia della “prima”, un nostro articolo di presentazione aveva ipotizzato un finale sotto il segno dell’amore (LEGGI IL SERVIZIO). Cosa c’entrava l’amore con il crimine, il potere e la pioggia di tradimenti? Il finale, tra i più gettonati nelle previsioni dei fans, è a tutti gli effetti un mix dove oltre a sangue, vittoria e sconfitta, anche l’amore traccia la sua linea. Amici inseparabili e nemici irriducibili, Ciro e Genny salutano la platea con le lacrime agli occhi, perché dopo il male reciproco, sentono di essere terribilmente legati l’uno all’altro. Genny piange davanti all’atto d’amore de “L’Immortale” di non uccidere il figlio, Ciro piange il fratello mai avuto crivellato di colpi sulla spiaggia. Poco dopo il destino riserverà anche a lui la stessa sorte. Il “commando” inviato dalla vedova de “‘O Galantomm“, stavolta, non risparmierà nemmeno “L’Immortale”.

In precedenza, Ciro aveva ottenuto il passaggio di consegne, diventando il nuovo Boss di Secondigliano (Il figlio di nessuno che conquista il posto del figlio del Re), mentre Genny riesce, in un finale ricco di colpi di scena, a salvare Azzurra e Pietro, la sua famiglia, i suoi beni più preziosi. I corpi martoriati sulla spiaggia, davanti a quel mare che avrebbe potuto rappresentare la libertà, sono invece la sintesi più esplicita dopo anni di polemiche (molto sterili) su quello che sarebbe stato il cattivo esempio dato dalla serie agli adolescenti. La morte di Ciro e Genny e di tutti gli altri personaggi sono un messaggio fin troppo chiaro: chi intraprende certe strade non ne uscirà vivo mai. Non escono dal cuore del pubblico, invece, Marco D’Amore e Salvatore Esposito, Marco e Genny, personaggi simbolo di una serie entrata già nella storia. Entrambi, sui social, si affidano al testo de “La valigia dell’attore” di Francesco De Gregori per salutare il pubblico. I personaggi interpretati sul piccolo schermo hanno perso una guerra devastante. Per loro invece milioni di applausi, commenti emozionanti e anche qualche lacrima. Il pubblico saluta “Gomorra” ed abbraccia due straordinari attori entrati illustri sconosciuti, usciti come grande patrimonio del nostro cinema.

Vincenzo Lombardi