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Sono partite il 16 dicembre scorso le vaccinazioni per la fascia di età 5-11 anni. Arrivano in un momento difficile, con i dati dei contagi in costante aumento e con proiezioni che parlano senza mezzi termini di quarta ondata. Nel mirino il mondo della scuola e i ritrovi giovanili che saranno tenuti sotto stretta osservazione con l’inizio delle vacanze di Natale. Intere classi che tornano in DAD e un virus che circola con troppa facilità proprio tra i giovani. In questi giorni l’attenzione è tutta rivolta ai ragazzi e alle loro famiglie, alcune scuole già trasformate in hub vaccinali e con altri spazi diventati ludoteche occasionali per far sentire a proprio agio i più piccoli. Sul tema vaccinazioni 5-11 anni abbiamo ascoltato il parere del dott. Stefano Piccolo, pediatra tra i più famosi ed apprezzati, reduce, tra l’altro, dall’ennesima iniziativa solidale realizzata presso l’Ospedale di Caserta in occasione delle imminenti festività natalizie (LEGGI IL NOSTRO SERVIZIO).

Innanzitutto, al primo posto c’è sempre la libertà delle famiglie alle quali non va mai tolto il potere decisionale. Personalmente porterò i miei nipoti a vaccinarsi perché credo fortemente nella scienza e la scienza ha già dimostrato che i vaccini salvano le vite e ci precludono anche da sorprese future. Voglio ricordare – sottolinea Stefano Piccolo – che la guarigione da COVID non garantisce immunità. Nel 30% dei casi possono nascere complicazioni a lungo termine. I bambini non possono vivere continuando a sottoporsi a tamponi ma, cosa più importante, il vaccino difende i bambini dalla complicanza della malattia. In America sono stati effettuati sei milioni di vaccinazioni nella fascia 5-11 e si stanno registrando ottimi risultati in materia di contagio. I bambini, dopo questi due anni di grandi sacrifici, hanno diritto di vivere con maggiore libertà. La gioia di questa età non gli verrà più restituita. Inoltre – conclude il pediatra maddalonese – c’è l’aspetto più influente: un bambino vaccinato salva la vita anche agli adulti. Raggiungere il più alto numero possibile di vaccinati, resta sempre l’attacco più forte che possiamo fare al Coronavirus”  

Vincenzo Lombardi