00 3 min 2 anni

di Antonio Del Monaco* C’è chi sostiene Geolier, acclamando la sua bravata. Chi invece ne denuncia azioni e messaggi.
Geolier è un rapper neomelodico di Secondigliano, conosciuto e molto in voga tra i giovanissimi campani.
Inneggia alla strafottenza, all’arroganza, alla microcriminalità…
È un esempio per molti che adorano emularlo, come purtroppo capita ai seguaci dei beniamini social, specchio di una drammatica realtà.

La notte di Capodanno, come fosse uno scherzo banale da filmare e postare ovunque, Geolier incita la sua ragazza a sparare quattro colpi di pistola dal balcone. Dirà poi che si trattava di una scacciacani. Poco conta.

A Napoli e provincia quella notte ne sono successe di ogni, e non è tutto imputabile all’alcol: atteggiamenti camorristici, azioni vili e gravi, atti vandalici a danno di cose e persone, ormai sembrano essere del tutto fuori controllo tra i più giovani, amanti dell’esempio malato dei vari Gomorra spiattellati in TV.

Non scherziamo: Napoli è una città bellissima, ma complessa, ricca di chiaroscuri.
Napoli va esaltata per ciò che di unico, storico, culturale e meraviglioso può dare, insegnare, esportare…
Dar le perle ai porci che sanno solo infangare città e persone è un danno anzitutto sociale, nonché etico, pedagogico, culturale.
Cosa aspettiamo?
Denunce, denunce, denunce! Benissimo. Ma non basta.

Certi profili social vanno bannati, oscurati, chiusi.
Stesso discorso per trasmissioni, serie TV o film del genere.
Ho sentito dire più volte, dallo stesso Saviano, che tematiche affrontate in Gomorra non sono spunto o causa di ciò che avviene a Napoli e in provincia.
Certo, ma qui non stiamo denunciando il cosa ma il come: una serie TV come quella di Gomorra crea strani meccanismi di gerarchia. I ruoli sono paradossalmente invertiti, ed i buoni risultano stupidi e senza forza, mentre i criminali appaiono bellocci pieni di soldi, donne, armi…padroni del mondo!
Ed ecco che rapper e neomelodici ne narrano le gesta “eroiche”, che i seguaci crescono, illusi e confusi da una mancanza di cultura che è il vero dramma di alcune realtà campane.

Salviamo i giovani da questo baratro.
Salviamo le città da questa infamia.
Va fatto molto di più: relegare nell’oblio dell’indifferenza e della vergogna tutto il marciume che continua a marciare sotto i riflettori della popolarità.

Redazione