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Dietro le quinte dei grandi elettori. L’on. Antonio Del Monaco (M5S) esce allo scoperto con la pattuglia, ora maggioritaria, che ha combattutto per il Mattarella-bis.

Ha detto, a caldo, di essere orgoglioso di aver portato avanti la candidatura di Mattarella. Ma non è da interpretare come una sconfitta della politica?

E’ vero l’esatto opposto. Abbiamo lavorato e combattuto affinché si arrivasse ad una nuova elezione del presidente uscente. E questo per la difesa prioritaria degli interessi del Paese che è alle prese con urgenze e emergenze che non ammettono deroghe e distrazioni.

Siamo espliciti: avete lavorato per il Mattarella-bis?

Fin dal primo giorno. Siamo stati, in principio, un piccolo gruppetto di quasi 13 grandi elettori. Poi, siamo diventati diverse decine. Nell’attesa abbiamo lavorato e siamo diventati un centinaio fino a diventare quasi 400. Mi auguro che si arrivi all’investitura finale.

Sarebbe l’onda della base parlamentare?

Abbiamo lavorato affinché si ristabilisse il ruolo centrale del Parlamento. Questa elezione è la conferma della piena autonomia e sovranità delle Camere. E’ la vittoria degli eletti e del Parlamento contro chi ha lavorato solo per attestarsi il merito dell’elezione del candidato di turno. Alla politiche delle bandierine è subentrata quella della caparbietà democratica di noi parlamentari.

Ma non è una scelta che sa di paralisi?

E’ una scelta che punta direttamente alla stabilità. L’Italia ne ha bisogno. Siamo concreti: il 2022 sarà un anno decisivo e difficilissimo. Penso al caro bollette, alla pandemia che non è certamente un’emergenza archiviata e che morde. Ma non possiamo permetterci avventure e distrazioni quando è in gioco l’applicazione del Pnrr. Nè un giorno e nemmeno un euro vanno perduti.

Sta dicendo che il Mattarella-bis sarebbe un atto di massima responsabilità per il Paese?

La centralità del Parlamento, una volta tanto, coincide con la riconquista della centralità del bene e dei cittadini. Siamo realisti e responsabili: il Paese aspetta risposte, in un momento di congiuntura internazionale non propria serena dominata dalla crisi dell’Ucraina. Adesso, ribadisco: la stabilità e il bene del Paese stanno al primo posto come la centralità della funzione del Parlamento. Su tutto anche sui percorsi politici autoreferenziali.

Redazione