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MADDALONI- Colpevole e omissivo. Ma anche responsabile di abusivismo edilizio in area tutelata e in aggiunta moroso con recidiva. Il Comune di Maddaloni continua a dare lezione di «ottima e oculata gestione della cosa pubblica». Come il «buon padre di famiglia”, tanto invocato dai giuristi dei secoli andati, ma con il vizietto dell’alcolismo, che spesso e volentieri picchia la moglie e anche i figli. E così il “buon uomo” si caccia nei guai. E’ accaduto puntualmente anche al Comune di Maddaloni, che non è attaccato alla bottiglia mai ai contenziosi che si trascina per decenni. Così finisce : bersagliato da sentenze di condanna e ingiunzioni di pagamento. Tra i tanti di pignoramenti, non poteva mancare quello dell’avvocato Pasquale d’Alessio: oltre agli 88.046,69 euro dovuti quale risarcimento per «abusivismo edilizio perpetrato su 25 mila metri quadrati collinari annessi ad un monumento nazionale»: l’acquedotto cotruito nella cinta muraria del castello. Essendo abusivo, l’ente locale si è visto notificare un’ingiunzione di 1525,80 euro per canoni di locazione non corrisposti. La storia, nonostante una sonora sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sezione distaccata di Caserta), è destinata a durare a lungo. I provvedimenti di pignoramento sono saliti  17. Si tratta dell’indennizzo per 91 anni di occupazione abusiva e morosità che è stato tradotto in 60 mila euro di arretrati (contabilizzati solo sull’ultimo ventennio)  e in una locazione aggiuntiva di 600 euro mensili. Continua  restare aperto uno scontro giudiziario che risale al lontano 1926. L’invaso in quota abusivo non può essere abbattuto, perché ritenuto fondamentale per l’erogazione idrica nei quartieri pedemontani dal comune, gli eredi de’Sivo hanno cambiato strategia. «Grazie a quest’ultima e contraddittoria versione –annuncia l’avvocato Pasquale D’Alessio, attuale proprietario dell’area della Torre Artus  ed erede di Annamaria de’ Sivo- sostenuta dall’ente locale, chiederemo che i canoni di locazioni non versati nell’ultimo ventennio siano sommati a quelli non onorati fin dal 1926. Se la struttura è stata sempre in servizio, ed ha prodotto profitti all’ente locale, la locazione omessa va onorata». Insomma, il Comune abusivo sarebbe pure moroso. E la guerra dell’acquedotto abusivo continua. Riparte una nuova «guerra dell’acqua»: i proprietari si preparano a chiedere il versamento di tutti i canoni di locazione, previo rivalutazione e interessi, dal 1926 (anno di costruzione dell’acquedotto che disseta il centro storico) fino al 2000. In moneta contante, con l’aggiunta dell’occupazione di ben 25 mila metri quadrati  di suolo e il danno per l’interramento di condotte idriche, il danno supera abbondantemente il milione di euro.

bocchetti