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Tutto il mondo della cultura e dello sport in qualche modo si sta mobilitando in qualche modo contro l‘aggressione russa all’Ucraina. Il mondo del calcio ha deciso di spostare la finale Champions League da Mosca a Parigi. Alcune squadre, come lo Shalke 04 hanno rinunciato alla sponsorizzazione di società russe.

La Formula 1 ha deciso di annullare il gran premio di Russia previsto in settmbre.

Anche il mondo della musica si sta muovendo.

L’Ebu che organizza l’Eurovision Song Contest ha deciso di escludere la Russia dalla “competizione” canora più importante al mondo.

Non sono mancate pressioni bisogna dire. I broadcaster nazionali hanno in queste ore scritto lettere chiedendo che la Russia fosse ufficialmente esclusa. L’Ebu c’ha pensato bene per salvaguardare il carattere apolitico della manifestazione, ma quando paesi come Danimarca, Finalndia, Svezia, Lituania, Estonia, Olanda, Islanda, Norvegia e ovviamente Ucraina, ma in questi minuti si stanno aggiungendo quasi tutti, hanno minacciato di rinunciare alla loro presenza se non fosse stata esclusa la Russia.

Ebbene, l’Ebu ha dovuto prendere opportuni provvedimenti.

Nel comunicato diramato si legge che:

Il comitato esecutivo dell’EBU ha preso la decisione a seguito di una raccomandazione rilasciata oggi dall’organo di governo dell’Eurovision Song Contest, il gruppo di riferimento, sulla base delle regole dell’evento e dei valori dell’EBU.

La raccomandazione del gruppo di riferimento è stata sostenuta anche dal comitato televisivo dell’EBU.

La decisione riflette la preoccupazione che, alla luce della crisi senza precedenti in Ucraina, l’inclusione di una voce russa nel concorso di quest’anno porterebbe discredito alla competizione.

Prima di prendere questa decisione, l’EBU si è presa del tempo per consultarsi ampiamente tra i suoi membri.

L’EBU è un’organizzazione apolitica di emittenti impegnate a sostenere i valori del servizio pubblico.

Rimaniamo impegnati a proteggere i valori di un concorso culturale che promuove lo scambio e la comprensione internazionale, riunisce il pubblico, celebra la diversità attraverso la musica e unisce l’Europa su un unico palcoscenico.

Quindi a Torino questo maggio la Russia non ci sarà e i paesi parteicpanti da 41 scendono a 40.

Alfredo Ferrara