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MADDALONI- L’on. Antonio Del Monaco (M5S) scrive al ministro della pubblica istruzione per denunciare, sollevare e porre l’attenzione su un sistema di selezione e reclutamento dei futuri docenti affidato a criteri di valutazione che pongono l’accento sulle capacità didattiche dei candidati puntando a falcidiare i concorrenti e non a selezionarli.

Ill. Prof. Patrizio Bianchi
Ministro dell’Istruzione
segreteria.ministro@istruzione.it

Ill. On. Renato Brunetta
Ministro per la Pubblica Amministrazione
ministropa@governo.it

TRASMISSIONE VIA MAIL
Oggetto: richiesta di attenzione sul nuovo sistema di concorso ordinario per docenti, di ogni ordine e classe: enorme falla nel sistema di valutazione.
Illustri Signori Ministri,
giungono ormai da ogni provincia di Italia sconfortanti notizie in merito agli esiti dei quiz del recentissimo concorso ordinario per la scuola, tutt’ora in corso. Non sono poche le segnalazioni di pareri contrari a questo tipo di meccanismo, ritenuto del tutto insufficiente a selezionare in maniera adeguata le qualità dei futuri docenti. Si parla addirittura di petizioni e ricorsi. Quotidianamente, infatti, si sta assistendo, in ogni turno e per ogni classe di concorso interessata, una “strage” di aspiranti docenti, che non riescono a superare la prova scritta, il fantomatico quiz. Non parliamo di cifre irrisorie, di casi isolati: in tanti, troppi davvero, non superano il test. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi, al numero degli aspiranti presenti corrisponde il numero dei bocciati. Sopravvissuti? Pochissimi, davvero casi rari.
E non parliamo di studenti o docenti improvvisati, senza un minimo di preparazione, tutt’altro: spesso si tratta di laureati con il massimo dei voti nei più prestigiosi atenei italiani; con ulteriori qualifiche e titoli. Alcuni insegnano, precariamente, da poco, altri da diversi anni, ma affidereste alla maggioranza di loro la formazione dei vostri figli. Questo concorso si attendeva da due anni, e nel mentre è successo di tutto: c’è stata una pandemia; i requisiti di partecipazione e i programmi stilati, più volte cambiati, modificati, ridotti, poi ampliati; senza considerare minimamente l’ulteriore ed inutile dispendio di energia e denaro che la qual cosa avrebbe comportato per la preparazione. Un concorso che, è bene sottolinearlo, è stato bandito appena un mese fa, senza alcun preavviso, dalla sera alla mattina. Si è parlato di una preselettiva, di una prima e seconda prova, e di un orale che non si sarebbero mai svolti a seguito di un Decreto che avrebbe dovuto “semplificare”, non falcidiare (!) senza colpo ferire con un
perverso giochetto di risposte multiple schiere di aspiranti insegnanti, di gran lunga e di sicuro più preparati e motivati di chi, senza offesa, entra in aula con una MAD per coprire un temporaneo ed effimero vuoto occupazionale. Perché a questo si continuerà a ricorrere a seguito degli esiti dei suddetti quiz. Ci si domanda quali particolari conoscenze e capacità didattiche possano essere verificate in tal guisa. Probabilmente nessuna. I partecipanti conoscono immediatamente il risultato del test, ma non possono avere una copia del compito svolto e poter così verificare gli errori commessi. Non sembra né giusto, né normale, trattandosi di un concorso pubblico in cui, per giunta, il calcolo degli errori dovrebbe essere automatico e immediato. Non sono pochi quelli che, pertanto, sconfortati dal risultato ottenuto, hanno provato a ricordare domande e opzioni per sottoporre i quesiti ad amici o colleghi di ruolo, docenti dalla preparazione decennale, non certo degli sprovveduti. Inutile sottolineare le difficoltà e le assurdità riscontrate. Dunque, cosa si sta valutando con questi test, chi ha fortuna e chi no? Selezioniamo giocatori d’azzardo?
Davvero questo Paese non può immaginare un sistema meno barbaro e insensato di reclutamento dei docenti? Un sistema capace di verificare (e di predeterminare) sul serio i livelli culturali, le qualità didattiche e formative dei docenti? E anche di rispettare davvero la dignità della scuola e di chi ne fa o vorrebbe farne parte?
Se i docenti, ad esempio di Lettere, servono come il pane e questo è il modo di reclutarli, è evidente che la scelta del sistema di valutazione non risulta idonea. Serve un sistema di abilitazione, prima di tutto, fondato sulla formazione; stabilizzare i precari e garantire una formazione iniziale adeguata ai reali e tutt’oggi irrisolti bisogni della scuola. Affondare il sistema scolastico non è difficile: stiamo selezionando i docenti con concorsi e abilitazioni a crocette senza preoccuparci di attitudine, capacità, esperienza. Ecco fatto. Non credo che questo tipo di valutazione, affidata in larghissima parte al caso fortuito, sia giusta e idonea al delicato ruolo e impegno che un docente si appresta a ricoprire per anni. Non credo sia altresì giustificabile una percentuale così alta di bocciati dalla pretesa che un aspirante docente debba conoscere a menadito tutto lo scibile umano nel dettaglio. La preparazione di un insegnante va ben oltre una sorta di quiz a premi: la scuola italiana necessita certamente di nuova linfa, ma non a discapito di chi ama davvero questo mestiere, di chi ha desiderio di trasmettere conoscenza, passione e curiosità nelle giovani menti, di chi ha scelto di seguire quella che è una vera e propria vocazione, non un ripiego. Chiedo pertanto a Voi, Signori Ministri, di rivalutare il sistema scelto per il reclutamento del corpo docenti, e trovare nuove soluzioni, che tengano davvero conto della formazione e della sincera propensione al mestiere di docente, non solo alla mera conoscenza nozionistica, del tutto insufficiente in termini di
qualità didattiche. Ringraziando della cortese attenzione e augurando un buon lavoro, porgo distinti salut
i.

Redazione