00 5 min 2 anni
Foto: tag_reuters.com
Come nel 2018, la sconfitta contro la Fiorentina potrebbe costare il tricolore agli azzurri: il 3-2 dei viola firmato Nico Gonzalez, Ikoné e Cabral. Agli azzurri non bastano Mertens e Osimhen

La sensazione è che, fino alla fine, l’incertezza regnerà sovrana, rendendo sempre più impronosticabile l’esito finale e cambiando di volta in volta le percentuali di vittoria finale delle tre contendenti. E se da un lato un passo falso potrebbe essere percepito come fatale, dall’altro c’è la consapevolezza – o anche la speranza – che i giochi non sono del tutto chiusi. Le sorprese, che stanno caratterizzando questo campionato, possono infatti essere dietro l’angolo, man mano che ci si avvicina alla fine. Sicché la sconfitta del Napoli al “Maradona” contro la Fiorentina potrebbe spegnere le chance scudetto degli azzurri; ma restano 6 giornate in cui, con la matematica che ancora dà certezze, tutto può accadere.

GONZALEZ AMMUTOLISCE IL MARADONA

Canta il “Maradona”, incessantemente. Chiede un gol agli azzurri, per poter tramutare i cori in gioia. E se non fosse per la poca precisione, Osimhen prima e Insigne poi potrebbero far esultate i circa 50 mila cuori partenopei già nei primi 10 minuti di gara. Poco dopo, Fabian – inspiegabilmente – anziché calciare tutto solo in area, decide di servire un compagno immaginario. È un continuo attaccare il Napoli: almeno nei primi 20 minuti, riesce a trovare spazi tra la retroguardia viola, ma gli manca la giusta lucidità per trovare la via del gol.

Tuttavia la Fiorentina non è in gita e quando può sa rivelarsi pericolosa. E infatti, alla mezz’ora i toscani sono in vantaggio: centrocampo partenopeo saltato, Nico Gonzalez – libero di calciare – non sbaglia. Al contrario, chi sbaglia è Mario Rui, che subito ha la chance per pareggiare i conti. La rete dei gigliati complica la giornata degli azzurri e cambia l’inerzia del match. Il centrocampo partenopeo non riesce a dare la giusta protezione alla difesa; gli attaccanti si allontanano progressivamente dall’area viola; soprattutto i due esterni, costretti a ricoprire tutta la fascia e a dare man forte in fase passiva. C’è lavoro per Spalletti all’intervallo.

CIRO E OSIMHEN NON BASTANO

La voglia di raddrizzare il corso degli eventi c’è, quel che manca è la scelta giusta negli ultimi metri, come se una certa ansia, un velo di frenesia, accompagna le decisioni degli azzurri. Spalletti allora si gioca il tutto per tutto: dentro Lozano e Mertens, quattro attaccanti, con Zielinski spostato accanto a Lobotka. Scelta azzeccata: dopo 3 minuti il belga aggiorna il suo record in maglia partenopea, 145° gol. Ma la scelta l’indovina anche Italiano: un minuto dopo il suo ingresso, Ikoné gela nuovamente il Maradona. Lo sconforto cala su Fuorigrotta quando Cabral riesce ad andar via a Lobotka e a battere ancora Ospina. Il tris dei gigliati spegne il Napoli, che si riaccende però quasi improvvisamente grazie al solito gol di Osimhen. Ma non basta e l’atteso forcing finale non c’è: il Napoli, in attesa della gara del Milan impegnato a Torino con i granata, potrebbe vedere allontanarsi la vetta della classifica.

TABELLINO

Napoli (4-2-3-1): Ospina; Zanoli, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui (86′ Ghoulam); Lobotka (80′ Demme), Fabian (56′ Mertens); Politano (46′ Lozano), Zielinski, Insigne (80′ Elmas); Osimhen
A disposizione: Meret, Marfella, Tuanzebe, Juan Jesus All. Spalletti

Fiorentina (4-3-3): Terracciano; Venuti, Milenkovic, Igor (85′ M. Quarta), Biraghi; Duncan (65′ Maleh), Amrabat, Castrovilli; Nico Gonzalez (85′ Callejon), Cabral (86′ Kokorin), Saponara (65′ Ikoné)
A disposizione: Dragowski, Rosati, Terzic, Sottil, Piatek All. Italiano

Arbitro: Mariani di Aprilia Var: Banti Avar: Valeriani
Reti: 29′ Nico Gonzalez 58′ Mertens 66′ Ikoné 72′ Cabral 84′ Osimhen
Ammoniti: Milenkovic (F), Cabral (F), Ikoné (F)
Angoli: 3-2
Recupero: 2′ p.t., 5′ s.t.

Luigi Ottobre