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Quadri, stampe, busti, statuette, calendari (recenti e attuali)…di tutto, di più.
Ecco cosa “arredava” l’ufficio del consigliere comunale del capoluogo campano, Giorgio Longobardi, esponente di Fratelli d’Italia. Il sindaco ha fatto rimuovere ogni effige che richiamasse al ventennio nazifascista e a Mussolini.

Un cordone ombelicale che non si recide, un legame fortemente sentito, un sentimento nostalgico che preoccupa non poco.
Il fascismo, ed ogni riferimento ad esso, in chiave propagandistica o di approvazione, è vietato. Perché? Perché fa parte di una delle pagine più buie e oscure della nostra storia politica e nazionale: Fascismo significa violenza, discriminazione, sfruttamento, guerre, morte. Il Fascismo non è democrazia…è, anzi, quanto di più lontano possa esserci dalla democrazia.

Eppure Giorgia Meloni e la sua nutrita schiera di esponenti di Fratelli d’Italia continuano a parlare del bene comune, della Nazione, del popolo che non vive da tempo una stagione politica democratica…che loro hanno invece a cuore, e per la quale lottano.
Continuano a imbonire gli elettori, dichiarando che non c’è alcun legame tra la loro visione politica, i loro ideali, e le frange estreme, coloro che osannano il fascismo del duce.

Eppure eccoli là, tutti insieme a pranzo, in un noto ristorante milanese che accoglie ben volentieri gli ospiti tra le sue pareti tappezzate di effigi che fanno chiaro riferimento al fascismo e a Mussolini. Il luogo ideale per i nostalgici.

Dunque perché continuare a negare questa forte tendenza ad un nazionalismo di una certa matrice? Perché continuare a nascondersi dietro al paradosso di una destra democratica?
Gli interessi e le mire politiche sono di tutt’altra natura.
E la natura, si sa, presto o tardi viene fuori. Accadde allora, può accadere di nuovo.

Viviamo tempi difficili, alla ricerca di una luce che rischiari le coscienze, nella speranza che arrivi la pace tra i popoli. La guerra fa paura e non porta nulla di buono… Solo dolore, orrore, sangue, disperazione, deserto, macerie…morte.
La guerra distrugge i ricordi, materialmente…e mutila gli animi; mina le speranze di un futuro migliore e giusto.
Non so quante di queste riflessioni possano scalfire cuore e coscienza di chi, senza alcuna remora, era seduto a quel tavolo, “circondato” da un passato di violenza e morte.

Redazione