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Terza lettera dell’on. Antonio Del Monaco al presidente Mario Draghi per un appello alla mobilitazione affinché siano mosse tutte le leve della diplomazia e anche della sanzioni per aprire spiragli concreti di pace nella guerra tra Russia e Ucraina. Il parlamentare rilancia e ribadisce il suo slogan: “La guerra è mafia. Arricchisce pochissimi e impoverisce tantissima gente”

Ill.mo Prof. Mario Draghi
Presidente del Consiglio dei Ministri
presidente@pec.governo.it

TRASMISSIONE VIA MAIL
Oggetto: la pace è l’unica strada percorribile, se condivisa a livello mondiale
Signor Presidente,
ancora una volta mi rivolgo a Lei.
Ormai da settimane, che sembrano non avere mai fine, il mondo ha gli occhi puntati su
una guerra dai risvolti sempre più drammatici.
Civili uccisi, militari costretti alla fame e alla sete, intere città rase al suolo, distruzione,
morte, silenzio.
Putin sarà certamente incriminato per tali atrocità, ma è ora, nel presente, che conta agire
nel modo giusto, per salvare il salvabile nel futuro.
La Russia sta subendo ingenti perdite, i suoi giovani cadono in battaglia; le sanzioni
mettono a dura prova l’economia del paese.
Ammiro il suo gesto, Signor Presidente: andare negli USA, incontrare Biden, trovare un
accordo. Ritengo però non sia del tutto opportuno e, comunque, non sufficiente.
È un passo azzardato che temo non possa calmare un leone ferito. Tutt’altro.
Il rischio che il mondo intero sta correndo è quello di una guerra nucleare, di una guerra
senza esclusione di colpi, di una crisi economica e sociale di portata gigantesca.
Tutti sono coinvolti. Tutti. Ed è opportuno dunque condividere la stessa visione, la stessa
strategia.
Parlare di un Putin che non è invincibile, delle basi Nato, degli armamenti, non è una buona
strategia.
Non è Lei solo, Signor Presidente, a dover farsi avanti, quasi a rappresentanza dell’Europa.
Non è Macron o altri. È l’Europa tutta che deve fare da traino al resto del mondo, affinché
si faccia rete per una linea comune di “attacco”.
Mi riferisco soprattutto alle sanzioni, che dovrebbero essere imposte da ogni Stato, senza
esclusione, a livello globale; mi riferisco al dialogo, alla possibilità concreta di aprire un
ponte che possa portare alla pace. Una pace condivisa da tutti, nei fatti.
Questa è la strada da percorrere: unione, condivisione di intenti. Questa è la forza che
Putin deve temere e per la quale farà marcia indietro.
Di questa strada si sta facendo promotore, a gran voce, il capo politico del M5S, a cui
appartengo: l’ex premier Conte continua a sostenere la strada della diplomazia, del dialogo
costruttivo, perché altro modo non c’è per evitare un terzo conflitto mondiale. Dopo tre
decreti sulle armi crediamo sia giunto il momento di cambiare rotta.
Chiedo pertanto a Lei, Signor Presidente, di fare leva sull’Europa affinché si sentano
coinvolte anche le altre Nazioni; di farsi promotore di una strada comune che porti alla
pace, unica soluzione definitiva a tutto questo assurdo massacro. Questa guerra è scoppiata
alle nostre porte, alle porte della Comunità Europea, è vero, ma coinvolge l’intera casa
comune: il mondo non può continuare a fare finta di niente perché riguarda tutti.
Bisogna scongiurare una nuova crisi di tipo economico e sociale, pronta a colpire
irrimediabilmente non solo il nostro Paese, non solo l’Europa, ma il mondo intero.
Ringraziando della cortese attenzione e augurando un buon lavoro, porgo distinti saluti.

Redazione