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A poche ore dal Consiglio Comunale, San Felice a Cancello resta senza sindaco, senza consiglieri e senza bilancio

Affida ai social il messaggio di commiato e si chiude in un silenzio necessario per elaborare il lutto. Giovanni Ferrara da poche ore non è più il sindaco di San Felice a Cancello, ma le ultime parole sono per i più giovani.

«Ringranzio la città di San Felice a Cancello – ha scritto Ferrara – per il grande privilegio avuto nel rappresentarvi con un grande onere ed onore, talvolta in modo non degno. Se posso permettermi nel darvi l’ultimo consiglio, invito i giovani a partecipare alla vita pubblica e ad interessarsi delle giuste scelte per la crescita comune.

Siete la nostra speranza più autentica ed attesa. Non lasciatevi intimorire, il cambiamento può e deve avvenire.

San Felice a Cancello ritornerà ad essere ciò che è sempre stata: una grande città.

Non ci saranno ulteriori dichiarazioni da parte del sottoscritto in alcun contesto.

Un augurio sincero a tutti e in alto sempre il nome del nostro Paese».

IL GIORNO DEL CONSIGLIO

Doveva essere il giorno del Consiglio Comunale, il giorno dell’approvazione del rendiconto 2021. L’ultimo consiglio comunale avrà come verbale una seduta deserta e l’abbandono di dieci consiglieri comunali del proprio ruolo.

A tre anni dalle elezioni, ma soprattutto a pochi mesi (gennaio 2022) dalla fuoriuscita dal dissesto finanziario, il consiglio comunale non approva, né approverà più, il rendiconto 2021, sottraendosi volutamente ad una presa di responsabilità che è propria del ruolo ricoperto.

IL BILANCIO DEI MISTERI

Fin dal suo insediamento, l’ex revisore e fino a stamani sindaco Ferrara ha sempre avuto difficoltà proprio sulla gestione dei conti comunali. Gli attriti con il responsabile del settore, la decisione di un primo assessore alle finanze tecnico ed esperto in dissesto, la maggioranza sfaldata proprio sul bilancio dell’anno precedente, erano premesse senza scampo.

Fino ad arrivare ai giorni più recenti, con i consiglieri comunali che già alla convocazione lamentavano l’assenza della documentazione contabile. E dagli uffici comunali, alcune indiscrezioni volevano conti da aggiustare in ultimo e pareri vincolati ad approvazioni di altri atti amministrativi.

IL MAL DI PANCIA DELL’EX MAGGIORANZA FINITA PER DIVENTARE OPPOSIZIONE

Tutti in silenzio, bocche cucite. A latere, però, i discorsi sono sempre gli stessi. L’accusa principale al sindaco Ferrara è quella di non coinvolgere i gruppi consiliari e le forze politiche alle vicende amministrative. Il bersaglio non è solo Giovanni Ferrara, ma l’intero gruppo dei fedelissimi all’interno e all’esterno del Consiglio Comunale. L’invettiva si estende, poi, al segretario comunale Principe, reo secondo i dimissionari di ostacolare il corretto funzionamento della macchina amministrativa e burocratica.

IN ATTESA DEL COMMISSARIO

«Un’altra idea di città» era il motto di Ferrara e della sua squadra alle elezioni del maggio 2019. La città, però, tornerà come allora nella gestione commissariale. L’uscita dal dissesto, che doveva dare una boccata d’ossigeno ai cittadini per anni soggetti al massimo delle tariffe e delle tasse comunali, resterà una bandiera da sventolare.

Quest’oggi, infatti, dovevano essere approvate le nuove tariffe della Tassa sui Rifiuti per l’anno 2022; tariffe che saranno decise proprio dalla nuova gestione commissariale.


Redazione On Line