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Offerta formulata dalla Vailog alla sezione fallimentare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Soddisfatte integralmente le richieste dei creditori. Permangono problemi procedurali

MADDALONI- Potrebbe essere un cambio di proprietà che segnerebbe un’epoca: offerta d’acquisto per l’Interporto Sud Europa (Ise), presentata dalla Vailog, realtà imprenditoriale finanziaria britannica specializzata nella costruzione di piattaforme logistiche avanzate e aree magazzino di ultima generazione. Insomma, la medesima azienda oggi impegnata nella nella costruzione del capannone di quasi 40 mila metri quadrati destinato alla movimentazione merci della Decathlon. Oltre 220 milioni di euro, per la precisione 222 milioni di euro, offerti in sede di concordato preventivo per rilevare gli asset oggi di Giuseppe Barletta.

Sindaco De Filippo siamo alla svolta?

Per la verità, si sarebbe vicini alla svolta perchè l’offerta Vailog, che soddisfa integralmente le richieste dei creditori, deve superarare un ultimo inghippo di naturale procedurale.

Quale?

Il concordato preventivo, presentato nel luglio 2015, per inadempienza creditizia della Soesa (società esecuzione appalti arl) che controlla molte strutture interportuali, non si è chiuso per un problema puramente formale: ci sono le coperture coperture finanziarie ma non sarebbero state rispettate le procedure di offerta nei tempi previsti.

E quindi che succede?

Succede che, nella migliore delle ipotesi, bisogna rifare le carte. Mi auguro che questo inghippo, perché di inghippo si tratta in una vicenda così importante, non pregiudichi l’offerta e soprattutto l’avvio di un percorso virtuoso.

Dalle sue parole emerge un malcelato disappunto…

In quanto creditori, perchè il Comune di Maddaloni è un creditore, esprimo disappunto perchè, non solo si perde tempo nella gestione di una struttura strategica inserita nella Zone Zes e non solo, ma si crea nocumento anche a chi aspetta il riconoscimento del dovuto.

Parliamo del comune allora. Cosa vi aspettavate?

La chiusura del concordato preventivo e il passaggio alla fase attuativa significa passare alla riscossione delle rate, arretrate dell’Imu, da versare a seguito di «accertamento con adesione». Infatti, nonostante la procedura di omologa in corso, è stata inoltrata una maxi-ingiunzione di pagamento che sfiora i sei milioni di euro.

Nulla è perso. Ma quanto ha incassato e quanto deve ancora avere l’ente locale?

Sono stati riscossi oltre otto milioni di euro. Vanno incassati, tra interessi, more e penali, altri 10 milioni di euro. Rottamati 12 anni di lite giudiziaria, sulle aliquote abnormi applicate sui capannoni industriali e commerciali, sono pendenti i residui del ratizzo dei circa 12 milioni, relativi al decennio 2007-2017 e soprattutto le 70 rate mensili di circa 45 mila euro cadauna che avrebbero dovuto portare all’estinzione del debito entro il 2027.

Redazione