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MADDALONI- Siamo alle solite. Avviati gli espropri in via Baldina. E ora dopo due bonifiche, spuntano rifiuti sepolti: i terreni, sottoposti ad esproprio e che costeggiano l’ex strada interpoderale, sono zeppi di rifiuti stratificati negli anni, dati alle fiamme e e occultati. «Per procedere –spiega Salvatore Liccardo, assessore all’ambiente- all’avvio dei lavori di costruzione del raddoppio della ex provinciale Nola-Caserta, bisogna procedere all’ennesima caratterizzazione, identificazione e rimozione dei rifiuti sepolti, più volte segnalati anche dai carabinieri forestale e dalle pattuglie dell’Esercito».  Per completare le procedure di esproprio per pubblica utilità per poi rendere la stradina interpoderale arteria carrabile mediante l’allargamento, bisognerà riesumare i soliti cimiteri di veleni: plastica, carcasse o pezzi di automobili interrate e quantità significative di amianto abbandonato, inumato sia sotto forma di tubi e canne fumarie integre che come materiale ridotto in brandelli. Avviata la rimozione, nel pieno rispetto delle ferree leggi in materia di rimozione e bonifica. Tecnicamente sono «discariche fossili»: censite, sequestrate e infine dimenticate. Di nastro bianco e rosso o di piombature, sul territorio maddalonese, se ne fa un grande impiego. Si allunga la lista dei siti trasformati in discariche: via Santa Fede (lungo l’A 30), area Turbogas, via Mastrantuono, via Lima, via Cancello. Tutte zeppe di pneumatici esausti, materiali di risulta, stracci, rifiuti urbani, scarti di lavorazioni. In questi casi, il comune registra, documenta, segnala i casi alle autorità competenti. Batterie interrate nell’area Interporto e presso il cantiere del casello autostradale A30. Discarica di amianto sepolto lungo i cantieri della Bari-Napoli. Discarica diffuso lungo il tracciato del metanodotto Strettola-Maddaloni.

Redazione