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MADDALONI- Buono il proposito ma il risultato è stato magro. Sull’allestimento di una mostra su “Crescenzo Del Vecchio Berlingieri e la sua produzione artistica”, il comune ha partecipato ad un bando regionale, risultato idoneo ma non finanziabile. L’iniziativa ha suscitato due reazioni contrastanti: approvazione per la celebrazione di uno degli artisti più importanti sulla scena nazionale dell’ultimo mezzo secolo ma anche delusione, non solo per l’esisto ma anche per il mancato coinvolgimento del territorio. Del Vecchio, protagonista della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma, docente all’Accademia di Brera e soprattutto maestro di intere generazioni, merita certamente una importante celebrazione. Ma anche una riscoperta, una divulgazione della sua attività presso le giovani generazioni e le scuole, una importante rivisitazione della sua produzione che comunque richiama costantemente il territorio. Su questi sentimenti contrastanti abbiamo ascoltato Antonio Giannini che di Crescenzo Del Vecchio è stato anche amico e confidente.

C’è una certa delusione per il bando non andato a buon fine…

C’è un doppio e contrastante vissuto. Facciamo chiarezza: va dato merito che, finalmente, il territorio e l’amministrazione comunale riscopre uno dei protagonisti della vita culturale nel nostro Paese. Ma limitarsi ad un bando, di cui non conosciamo i contenuti e che purtroppo non è andato a buon fine, è stato un propositi riduttivo.

Riduttivo?

Si riduttivo perché si è rischiato, come poi è accaduto, di rimanere nell’ambito di una iniziativa isolata che poi non ha prodotto il risultato sperato. Del Vecchio, per essere celebrato al meglio, merita una mobilitazione più ampia. Và coinvolta la famiglia, i collaboratori, gli allievi, gli artisti. Al cospetto di cotanto spessore c’è bisogno di una organizzazione compartecipata. Del Vecchio non merita una mostra. Meriterebbe che il museo civico fosse intestato a lui. E’ necessario recuperare la abbondanti tracce della sua attività artistica sul territorio. La sua figura va fatta conoscere nelle scuole e ai giovani. Ecco perchè, bene il bando, ma non basta. Quindi, c’è delusione. Al cospetto di un gigante della cultura, la comunità tutta deve essere mobilitata. Ripeto ridurre ad un bando, significa svilire il buon propositi di celebrare Crescenzo Del vecchio.

Serve un’organizzazione?

Serve un progetto complessivo che finalmente restituisca ad un gigante della pittura, ma anche un umile maestro amico di tutti, l’esatta dimensione che gli compete. Il bando è stato un episodio. Adesso, bisogna ripartire. Crescenzo De vecchio va celebrato, riscoperto, conosciuto e soprattutto ritrovato in questo territorio che è stato suo da sempre.

E’ un invito alla creazione di progetti condivisi per un’adeguata celebrazione?

E’ un invito, esteso a tutti, perchè Maddaloni e Crescendo Del Vecchio meritano il lustro che loro compete. Sena spirito polemico: trasformiamo la delusione per il bando in una motivazione per allestire un’adeguata riscoperta del maestro De Vecchio.

Redazione