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Gli interventi a difesa dei residenti di Maddaloni Superiore bersagliati dalle polveri

MADDALONI- Sequestro dei due capannoni in una cava. L’intervento dell’Arma e delle autorità ha messo fine ad un lungo iter che nasce da segnalazione, lamentele e denunce anche dei residenti. A rompere l’inspiegabile silenzio, dopo molte proteste, è solo l’on, Antonio Del Monaco in qualità di membro della commissione bicamerale sugli ecoreati. Del Monaco, senza infrangere la riservatezza delle indagini, racconta il lungo percorso che ha portato all’intervento degli ultimi giorni.

“Prima di tutto corre l’obbligo di esprimere un profondo ringraziamento ai Carabinieri forestale, quindi al colonello Scudieri, e ai Carabinieri di Maddaloni. Occuparsi dell’ambiente e del territorio è un dovere. Lo è per le ricadute e i costi in termini socio-economici, che queste problematiche hanno sul territorio e sui suoi abitanti. Questa responsabilità la sento in maniera forte. E’ un’attività che svolgevo ben prima di essere membro della commissione bicamerale. Un impegno che mi è valso anche una patologia. Ma facciamo chiarezza e poniamo un punto fermo non negoziabile: bisogna operare e fare di tutto affinché l’ambiente e quindi, nella casa di tutti, si possa vivere”.

L’ultimo atto di sequestro è figlio di una lunga mobilitazione?

Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni sulla dispersione in atmosfera di polveri potenzialmente dannose nell’aria, che, stando alle prime testimonianze, era riconducibile agli smottamenti, esplosioni e accumulo di materiale roccioso, lungo la SS265 di Maddaloni.

La questione delle polveri è sta un disagio lamentato per anni. E ci sono stati già diversi interventi delle autorità…

Dai residenti, nelle immediate vicinanze, abbiamo avuto segnalazioni allarmanti sul verificarsi di frequenti esplosioni, dovute al lavoro di scavo ed erosione della collina che, tra l’altro, accoglie il noto sito del Santuario di San Michele. Ma quello che è stato più volte segnalato è che le esplosioni sono avvenute, sia in orari notturni che diurni, comportando inevitabilmente, la dispersione di grandi quantità di polveri, rendendo l’aria praticamente irrespirabile per coloro che risiedono nelle immediate vicinanze.

Un fenomeno riconducibile anche alla presenza di cantieri?

Infatti, più volte è stato precisato che, nella medesima zona, sono stati operativi più cantieri di RFI. Il fenomeno nella sua complessità e vista l’insostenibilità ha innescato una serie di verifiche a tappeto su tutte le attività esistenti in zona. Al di là dei casi specifici, interessa porre in evidenza, in una terra che soffre di forte degrado ambientale (dai rifiuti tombati, agli incendi) che la mobilitazione delle istituzioni, delle associazioni di volontariato e delle forze dell’ordine deve essere sinergica. E’ questo l’unico argine possibile in un territorio che è fanalino di coda in tutte le classifiche di vivibilità, salubrità e cosa ben più grave aspettativa di vita. Quest’ultimo aspetto dovrebbe scatenare una reazione e una mobilitazione della società civile che al momento non c’è. Ma il futuro, anche quello legato alla sicurezza ambientale è nelle nostre mani.

Redazione