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Riceviamo e pubblichiamo

Funziona così: si spera e si attende un passo falso, con l’acquolina in bocca. Ogni momento è propizio, ogni pretesto è
buono. L’importante è eliminare il “fastidio”, ciò che ostacola, che impedisce, che non ammette sotterfugi, che detesta inganni e manfrine. Abbatterlo, distruggerlo, divorarlo senza alcuna pietà. È così che funziona. Ed è ciò che sta accadendo: l’ex premier Conte, ora capo del Movimento5Stelle, continua ad essere nel mirino di ipocriti e pericolosi cialtroni. Non conviene averlo tra i piedi, non conviene dare spazio a una parte politica votata alla trasparenza e alla lealtà. In molti hanno preferito dimenticare l’operato di Giuseppe Conte, soprattutto quando era a capo del Governo. Quanto è stato fatto, quanto ancora si sarebbe
potuto fare…e come. Sì, il come è importante. Parliamo del PNNR, ad esempio, del piano accettato dall’Europa che prevede ingenti somme di danaro da destinare alla crescita del Paese. Un piano proposto dallo stesso Conte, prima ingiuriato, poi osannato e adesso dimenticato.

Cosa prevedeva?
Sì, attenzione, parlare al passato è doveroso, perché il PNNR di oggi ha poco a che vedere con quel lodevole progetto iniziale che avrebbe ristabilito un equilibrio tra Nord e Sud. Un progetto di rinascita che impegnava più della metà dei fondi stanziati dall’Europa per il Meridione, preziosa fonte di economia, cultura, storia e ingegno della nostra bella Italia. Quel Sud di cui io stesso faccio parte e per il quale lotto da sempre; quella parte dello stivale per anni bistrattata e considerata alla stregua di
un carro del carbone sui binari dell’economia.

Ora invece?
Beh, ora il PNNR è tutto e niente: un pentolone in cui ognuno può infilare qualsiasi ingrediente, qualsiasi idea, qualsiasi assurdità, magari già esistente e presa in prestito altrove. È la possibilità che fa gola a tutti, a cui tutti vogliono prendere parte. Ma sì.

E dunque che significa?
Significa distribuzione di fondi per questioni via via più numerose, non urgenti o indispensabili e, di conseguenza, meno fondi per il Sud. È matematica.

A chi importa del Sud? A chi sta davvero a cuore il cambiamento in questo Paese?
A pochi, pochissimi. Giuseppe Conte è tra questi, il Movimento è tra questi. Invito pertanto a riflettere su quanto sta accadendo e a dare più credito e sostegno a chi da sempre si è dato da fare, mettendoci la faccia, per un’Italia migliore, concreta, forte della
propria dignità al tavolo europeo. Un’Italia che non ammette divari o differenze in ogni sua parte. E mentre tutto questo sta lentamente sfumando, i salotti televisivi continuano a pullulare di avvoltoi pronti a cibarsi dell’onestà: quella che va eliminata, come la storia insegna, il prima possibile.

Redazione