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Fuma ancora la collina di Cancello Scalo. Nonostante l’azione di elicotteri e mezzi di spegnimento, potrebbero esserci ancora focolai e fiamme sulla prima propaggine del Partenio. Lì dove c’era il verde di un’immensa vegetazione, ora è tutto arso con un odore acre di bruciato che ha tenuto in ostaggio i cittadini fin dalle prime ore di ieri e per tutta la notte.

“Siamo stati facili profeti”, annuncia laconico Michele Affinito, presidente di Mossca, che sulla questione incendi lo scorso settembre a predisposto un vero dossier con tanto di foto e cartine, inviando tutto in Procura e al presidente della commissione regionale sull’Ambiente, Giovanni Zannini.

In che senso, ci spieghi meglio…

Proprio durante la nostra ultima riunione di mercoledì scorso, ne abbiamo parlato. È una brutta storia che si ripete ogni anno, ma il nostro incendio è diverso: siccità, caldo e vento sono una concausa importamte, ma una concausa.

Che idea vi siete fatti?

Non c’è incendio in cui la mano dell’uomo sia assente. Non voglio parlare di dolo, per carità, non ho elementi. Ma di colpa: l’incuria e la negligenza nella manutenzione sono sotto gli occhi di tutti.

Mossca da tempo affronta l’argomento, da cosa siete partiti?

Più volte, come singoli cittadini, abbiamo fatto delle denunce contro ignoti per i fenomeni di incendi che da decenni, in maniera puntuale, flagellano la nostra collina. Poi come associazione, lo scorso settembre abbia presentato un esposto in procura e al presidente della commissione ambiente della Regione Campania Giovanni Zannini, perché abbiamo notato che il catasto regionale degli incendi nel corso degli anni ha registrato quanto noi sostenevano, foto alla mano: gli incendi partono sempre dagli stessi punti.

Cosa avete chiesto agli enti interessati (Comune, Regione, Parco del Partenio)?

Ogni anno solleviamo il problema legato alla scarsa manutenzione dei terreni, manutenzione che potrebbe quantomeno arginare anche gli eventi naturali. Nel caso mostro non sarebbe neanche difficile: la collina è supercontrollata dalla Abc che gestisce l’acquedotto e approvvigiona di acqua Napoli e provincia; proprio l’Abc spende centinaia di migliaia di euro in queste opere di manutenzione, che però non sempre vediamo. Gran parte della collina era di un unico proprietario fino a poco fa, quando la Regione ha messo in piedi una grande azione di espropri. Ecco perché avevamo chiesto l’intervento della commissione ambiente, il cui presidente però non ha inteso dare seguito all’esposto.

Ora però ci sono le fiamme…

Ecco, le fiamme sono state, se si vuole essere duri, l’opera di manutenzione, liberando di rovi e spine terreni su cui però non si potrà pascolare per 5 anni. Chi controlla?

Cosa farete ora?

Associazioni come la nostra, vivono il territorio, conoscono e segnalano i problemi, rendendosi in molti casi utili e disposti a fornire un contributo fattivo alla risoluzione degli stessi. Purtroppo noi ed in questi caso la natura, paghiamo il conto di una politica e di istituzioni che anziché ascoltare le soluzioni e le idee che vengono dal basso, preferiscono “ascoltare” le sirene di spartizioni di poltrone che poco hanno a che vedere con il senso civico e la risoluzione dei problemi. Noi cittadini abbiamo bisogno della politica per risolvere problemi strutturali come quelli che riguardano ambiente ed urbanistica, ma ahimè la politica sembra non aver bisogno dei cittadini se non nel momento del voto.

Redazione On Line