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L’ultima seduta di giunta e poi il “rimpasto imperiale”. De Filippo al centro della scena per il conferimento delle nuove deleghe. Avvicendamenti scontati e annunciati da mesi

MADDALONI- Riapre i battenti la facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Comune di Maddaloni, che nell’ultimo quarto di secolo, ha riempito le cronache locali sulle “magnifiche e progressive” sorti del territorio. Comincia il “rimpasto imperiale”: dopo la convocazione dell’ultima giunta, tutti gli assessori (appartenenti alle varie latitudini politiche) rassegneranno le dimissioni. Nell’attesa di un refrigerio climatico che tarda a venire, potremmo almeno distrarci con il teatrino della politica. La giunta più stabile di sempre, secondo la narrazione di De Filippo, o la più immobile (secondo l’ermeneutica dei detrattori) toglierà il disturbo. Al centro della scena, in splendida solitudine come da tradizione, tutte le attenzioni saranno rivolte all”Imperatore della maggioranza arcobaleno. “A me gli occhi please” direbbe il compianto mattatore Gigi Proietti. De Filippo, calato nei panni del finto Amleto, scioglierà poi le riserve. Dovrebbe ritrovare, dopo dieci anni, anche quello che resta di Forza Italia profondamente trasformata rispetto a quella frequentata da De Filippo all’epoca di Cosentino, della Pascale (prima in versione calippa e poi di fidanzata del fondatore). Sembra un’era geologica fa. E che succede? Un bel niente perché gli avvicendamenti (salvo possibili e improbabili sorprese dell’ultimo momento) sono un segreto di Pulcinella. Insomma, Sferragatta, Cioffi e Rita Lerro al posto di Enzo Lerro, Liccardo e Calabrò. Forse, potrebbe esserci qualche variante. Ma il sindaco gioca a fare il misterioso su qualcosa che mistero non è. Nel frattempo, archiviato il bilancio, incombono progetti, atti amministrativi e la serrata marcia per il Pnrr. Se rimpasto imperiale deve essere che si chiuda questa pratica bizantina, magari in una sola giornata. Ci sono cose molto più urgenti che bollono in pentola. Con tutto il rispetto per gli uscenti e i subentranti ma le scelte sono state fatte; il dado di questa consiliatura è tratto; quello che è stato seminato è stato seminato. Il turn over degli assessori, chiamati a scendere in campo, non potrà rivoluzionare le sorti di un campionato amministrativo ormai alle battute finali. Buon lavoro. Ma il segreto di Pulcinella poteva essere risparmiato. Anche se il sindaco, con un cognome così impegnativo e che richiama alla più alta tradizione teatrale, sembra non volersi sottrarre all’irresistibile richiamo per la recita di un atto dall’esito scontato. Ironia della sorte sarà chiamato a sottoporsi a quei bizantinismi della politica locale, tanto abusati nel passato, che ha tanto deprecato. C’è sempre una prima volta.

Redazione