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Ciro Cortese

MADDALONI- Quella delle politiche abitative mai perseguite è un’emergenza pluriennale che ormai sembra non fare più notizia. Ma il Sunia non ci sta e vuole inchiodare il comun e alle sue responsabilità La morosità storica, le carenze gestionali, le criticità sociali non si battono con gli slogan e la politiche spot ma mettendo in campo strumenti operativi efficaci. Ne parliamo con Circo Cortese segretario provinciale del Sunia.

Da tempo continuate a denunciare che le politiche abitative a Maddaloni non possono essere rilanciate perché l’ente non sa nemmeno chi abita nei suoi alloggi?

Lo diciamo da anni. E non ci stancheremo mai di ripeterlo. Ma come si può fare una politica di recupero, e in alcuni casi di contrasto alla morosità, senza partire dalla costituzione di un’anagrafe degli inquilini, per poi avviare il recupero delle morosità non pagate.

Ma il sindaco dice che si sono fatti dei passi in avanti?

Si, sono stati fatti dei passi in avanti. Ma non tutti quelli necessari. Non si vu0l capire che stiamo, indipendentemente dalla congiuntura pandemica, al cospetto di una grave emergenza. Quindi non bisogna afre passi in avanti. Bisogna camminare, e pure velocemente, per fare un percorso che porta alla costituzione dell’Ufficio casa, all’attuazione dei regolamenti a rapporti costruttivi con l’Acer che va anche incalzata. Tutto questo non c’è. C’è un timido inizio. E’ troppo poco e non basta.

Ma al di là dei principi, vogliamo spiegare a cosa serve l’Ufficio Casa?

E’ uno strumento fondamentale che serve a tutto. E preciso: è necessario per avere un’analisi dettagliata dello stato di tutte le unità abitative e provvedere a pianificare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. In sostanza, senza sapere questo, gli alloggi comunali e quelli popolari saranno sempre dei tuguri o afflitti da perenni carenze.

Serve anche a sapere se gli occupanti hanno i titoli per l’assegnazione?

Anche questo. Dire che non tutti sono in possesso dei giusti requisiti o che non tutti debbono godere del medesimo trattamenti, in base alle diverse condizioni reddituali e patrimoniali, non è più un tabù. Anzi, il Sunia sta conducendo una battaglia affinché l’equità che è la tutela dei deboli, il rilevamento dei nuovi bisogni sul territorio e lotta agli abusi o soprusi sia perseguita sempre.

Però obiettivamente, con la riforma dall’ex Iacp all’Acer, si hanno serie difficoltà di interlocuzione e collaborazione con quello che era l’istituto autonomo case popolari…

Con il Sunia, e anche altre sigle, si sfonda una porta aperta. Siamo stati protagonisti di più di una protesta, a Caserta e Napoli, contro questa gestione miope che non porta da nessuna parte ma mortifica i diritti e penalizza i bisogni.

E come se esce?

Con una battaglia che veda coinvolti anche i sindaci. Il problema abitativo non è solo dei sindacati o di chi lo vive. E’ un problema, prima o poi anche si sindaci. Allora, bisogna fare pressione sulla Regione. Da qui, parte la nostra mobilitazione sui territori: vivacchiare, limitarsi fare slogan o piccoli passi avanti significa andare indietro.

Cosa chiedete a Maddaloni?

Chiediamo che il sindaco e il consiglio comunale escano dal loro torpore. E’ il momento della mobilitazione. Non si batte l’illegalità, la mancanza di regole certe e l’emergenza sociale tergiversando o guadagnando tempo.

Redazione