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di Antonio Del Monaco* È stato sempre un mio pallino, un obiettivo: la ferma volontà di poter cambiare, attraverso un grande lavoro sinergico, la realtà tristemente buia del casertano..
Ma non solo Caserta.

Degrado, violenza, vandalismo sono ormai da qualche anno (già troppi) tematiche che affliggono moltissime realtà italiane, dalla grande città alla più piccola provincia, da Nord a Sud.
Ma questo è il mio territorio, e voglio provare a difenderlo, a salvarne i figli.

Sì, perché sono i giovani ad aver bisogno di aiuto, anche quando sembrano essere gli artefici di ogni male. Come se la colpa fosse tutta loro…
Cosa abbiamo fatto noi per queste nuove generazioni? Quanto siamo presenti? Quanto dialoghiamo con loro? E, soprattutto, quanto prestiamo ascolto alle loro parole?
Sono persi, soli, sprovvisti di punti fermi, esempi da seguire…buoni esempi.
L’etica, l’empatia, i valori cristiani, l’altruismo, la cittadinanza attiva, l’amore e la cura per il bene comune, sembrano appartenere sempre meno ai nostri genitori, mentre episodi di violenza gratuita, bullismo ed emarginazione sono sempre più frequenti, dirompenti!
È preoccupante. Più di quanto noi stessi crediamo.

Non parlo solo da cittadino o solo da padre, bensì parlo anche da psicologo, da persona che ha studiato negli anni le dinamiche sociali e il bisogno di ogni essere umano (soprattutto se giovanissimo) di sentirsi appagato, stimolato, motivato, spronato.
Basta puntare il dito contro le nuove generazioni! Basta incolpare i soli giovani di tanta scellerata condotta.
Gran parte della colpa è nostra: che abbiamo lasciato correre, che siamo stati assenti, che abbiamo bruciato il loro futuro pensando solo agli interessi e ai guadagni del momento, senza riflettere…con egoismo e arroganza. Perché noi siamo i grandi e sappiamo cosa facciamo.
Beh, non sempre è così: c’è tanto da imparare anche dai più piccoli, che forse hanno più chiara oggi la percezione di precarietà. E questo li disorienta, spaventandoli.

Cosa possiamo fare?
Per tanto tempo ho pensato di creare una sorta di osservatorio, con un lavoro sinergico tra le parti: le agenzie educative principali, scuola, famiglia, Chiesa, insieme alle realtà associative e di volontariato, devono fare rete e provare concretamente a “educare” i più giovani, uomini e donne di domani. Una vera e propria sorgente educativa che non finisce nell’aula scolastica, ma prosegue a casa, in famiglia, e si allarga nella comunità, nel sociale, attraverso legami amicali e non solo.
Partecipazione attiva di grandi e piccini, sin dalla prima età scolastica.

Ne ho parlato col vescovo, positivamente colpito dal progetto, mi incontrerò nuovamente col prefetto per discuterne: il progetto sarebbe dovuto partire a settembre, ma dato l’imprevisto delle prossime elezioni, slitterà di qualche settimana, proprio per non cadere nell’errore di ritenere il tutto pura propaganda politica.

Lavorare sul seme oggi, curarlo, per vedere pian piano crescere una piantina forte e rigogliosa, dalle radici solide e profonde.
È un lavoro costante, che coinvolge tutti e non per un breve periodo della vita: accompagnare alla sana crescita, fatta di valori e buoni principi, è il dovere di ognuno, che sia genitore oppure no, perché la comunità è di tutti.

Caserta non può essere sempre fanalino di coda; non può essere ricordata solo per il degrado ambientale, la dispersione scolastica.
Caserta deve avere il suo riscatto, può essere altro, deve essere altro.
Io farò la mia parte, con tutta la volontà e l’amore possibile: è bene credere in un futuro migliore, ai piccoli passi che portano lontano.

*Deputato del Movimento Cinque Stelle

Redazione