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Rigettate le richieste di pagamento per i consulenti per la progettazione di opere alternative non andate a buon fine

MADDALONI- Mezzo secolo di figuracce. Mezzo secolo di sconfitte nei tribunali di mezza Italia. Mezzo secolo di balle spaziali raccontate ai maddalonesi. Una storia tristissima che ha visto coinvolti tutti i sindaci nessuno escluso fino a Rosa De Lucia che è stata l’unica che ad avere il coraggio di mettere fine alla pantomima dei megaprogetti milionari che avrebbero dovuto sventrare l’area urbana: 250 milioni di euro di spesa e 46 abbattimenti di palazzi per lo shuntaggio. Circa 110 milioni di euro e 32 abbattimenti per l’interramento. Ad onore del vero anche il sindaco Franco Lombardi aveva messo fine a questo scempio siglando un accordo alternativo con Italferr. Poi il destino cinico ha voluto diversamente. Dopo la sua scomparsa, i caporali di giornata con aspirazione da generale non solo hanno negato l’accordo ma hanno ripreso con i megaprogetti facendo precipitare il comune nell’abisso delle figuracce prima davanti al Tribunale di Roma, poi innanzi al Tar e infine al Consiglio di Stato. Oggi, tutto questo è archiviato: consegnati i progetti esecutivi pe la soppressione dei passaggi a livello. Evitata, per fortuna, la beffa finale. Sulla scia delle direttive del commissario straordinario Samuele De Lucia, anche il sindaco De Filippo ha confermato il taglio dei pagamenti alle consulenze non dovute: niente soldi a tecnici, esperti, progettisti. Dopo la sconfitta tombale, innanzi al Consiglio di Stato per «omessa soppressione dei passaggi a livello e per i rallentamenti alla circolazione ferroviaria nazionale», la bocciatura regionale del progetto shuntaggio ferroviario e le non fattibilità (secondo Italferr) dell’interramento dei binari, l’ente locale si è accollato i danni, riconosciuti a Rfi. Ma ha respinto tutte le parcelle per gli «onorari dei progettisti e le spese di progettazione». Oltre il danno l’amministrazione comunale non tollera la beffa di sostenere le spese per consulenze che non hanno prodotto risultati. «Nulla è dovuto –precisa il sindaco Andrea De Filippo- perché molti studi, largamente preliminari e preventivi, erano subordinati alla fattibilità delle opere. Pertanto, senza il passaggio alla fase esecutiva non c’è nessun obbligo o vicolo contrattuale da rispettare». Niente progetti esecutivi, niente soldi: respinte le richieste di risarcimento che vanno da un minimo di 130 mila euro fino a quasi mezzo milione di euro.

Redazione