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In campo anche i maddalonesi Giacomo De Angelis e Vincenzo Sforza

Una candidatura molto sofferta. Escluse le liste del Pci, dalle competizione elettorale, tranne che nel collegio Caserta-Benevento. Quindi scendono in campo alla Camera al plurinominale (Caserta-Benevento)

  • Giacomo De Angelis
  • Annamaria Paesano
  • Giacomo Barone
  • Carmela Favenza

plurinominale al Senato (Caserta, Avellino, Benevento, Salerno)

  • Rosalba Di Martino
  • Roberto Vecchione
  • Simona Cipollaro
  • Antonio Pellegrini

Vincenzo Sforza (Partito Comunista Italiano) all’uninominale per la Camera collegio Caserta; ad Aversa Angela Di Foggia; Giacomo Barone (uninominale Camera Matese-Benevento); Roberto Di Martino (uninominale Senato Caserta). Respinto il ricorso per gli altri collegi.

Giacomo De Angelis è un esito atteso. O no?

La Cassazione ha respinto le obiezioni. Anzi, non hanno proprio preso in considerazione le nostre ragioni. Seguiremo tutte le strade per far valere le nostre ragioni. Stiamo valutando azioni legali per i danni procurati. Prima di andare oltre, chiederemo l’accesso agli atti. Vogliamo vedere gli atti contestati. Poi, faremo le valutazioni necessarie.

Vi sentite vittime?

Il vittimismo non è parte del nostro bagaglio culturale. La tutela dei diritti e la cultura della trasparenza invece ci appartiene. Al momento, posso solo dire che ci siamo imbattuti in un sistema che penalizza chi è fuori dal palazzo. E la cosa paradossale anche chi, in piena estate, ha raccolto le firme necessarie. Adesso, massima attenzione alla campagna elettorale: é tornato il simbolo del Pci sulla scheda.

Riceviamo e pubblichiamo

Gli Uffici Centrali Circoscrizionali  per l’Elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica della Campania, hanno ricusato tutte le  liste presentate  dal PCI.

L’ esclusione delle liste del dai collegi del Senato e della Camera in Campania (ad eccezione del collegio Caserta-Benevento), con motivazioni minuziose al limite della capziosità, ci inducono a ritenere che le nostre liste, in Campania come in altre parti d’Italia,  siano state oggetto di una sorveglianza speciale.

Il pressapochismo, la superficialità con cui siamo stati liquidati anche dall’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione cui ci siamo appellati, senza nemmeno verificare le nostre ragioni e senza neanche verificare la veridicità delle affermazioni degli uffici territoriali, lasciano adito a diverse interpretazioni.

Questa è una battaglia di sostanza e non di principio. L’esclusione di un partito da una competizione elettorale, per le motivazioni che sono state addotte, è un atto antidemocratico. Questo vale per il PCI come per qualsiasi altra forza politica.

Di una storia non è importante la storia in sé ma la morale. Qual è la morale di questa storia? Non si possono vanificare gli sforzi di un gruppo di cittadini che, in piena estate e con grande entusiasmo, si è prodigato per il rispetto delle leggi democratiche che regolano le elezioni politiche, raccogliendo oltre 5000 firme nella sola Campania.

Queste elezioni non saranno un esercizio democratico della  volontà popolare perché sono frutto di una legge che, a partire dai requisiti di accesso, è costruita per ostacolare la presentazione di nuove liste e mantenere intatte poltrone e interessi.

Con un Presidente della Repubblica che, sordo ai ripetuti appelli per consentire una maggiore partecipazione a difesa delle libertà e dei diritti, si è rivelato  non essere il Presidente di tutti i cittadini ma solo dei partiti politici più forti.

La riflessione, allora, va ad un intero Paese che continua a definirsi democratico ma che nulla fa per creare una classe dirigente riconosciuta come tale e per dotarsi di apparati burocratici garanti dei diritti dei cittadini.

L’esclusione delle liste del PCI priva intere aree di rappresentanze territoriali, blindandole a favore di deluchiane pedine, nonché della possibilità di avere delle sentinelle nelle Istituzioni.

Saremo in campagna elettorale a suon di contenuti, riportando la discussione dalle poltrone ai territori e dai personalismi alle persone, rimettendo al centro ciò che manca: la politica.

La decapitazione della rappresentanza della politica locale e il baratto delle candidature piovute dall’alto (da destra al centro con FDI, FI, Lega, Azione + Renzi, M5S e PD) avrebbe mal sopportato la presenza di una lista del PCI con candidature fortemente radicate nei territori dei collegi da cui siamo stati esclusi.

Un’esclusione che rende il nostro impegno sui territori ancora più necessario: contro l’ipocrisia di un sistema consapevole che queste elezioni violano le regole democratiche e rendono inutile la partecipazione e il voto.

Può un tale sistema di potere promettere di cambiare le regole quando la principale regola per cambiare, le elezioni, sono il primo strumento per non cambiare?

Un sistema che si fa portatore e interprete del tradimento sistematico dei valori di libertà, di uguaglianza e giustizia sociale?

Un sistema di potere la cui unica strategia è quella di immunizzare se stesso dalla critica, dal riconoscimento della rappresentanza politica, dalle intrusioni democratiche e dalla partecipazione?

Il nostro impegno continuerà ad essere quello di riportare la discussione dalle poltrone ai territori rimettendo al centro ciò che manca: la politica.

Se la politica ci fosse avrebbe qualcosa da dire e lo direbbe a voce alta, invece, tutto tace

Sarà una campagna elettorale infuocata e si giocherà, vista la posta in palio, senza alcun riguardo per l’avversario. Partire col piede sbagliato, decidendo arbitrariamente chi può partecipare e chi no, non è un buon inizio.

Il PCI non ci sta e contrasterà ogni illegittimità, come ha sempre fatto, per il rispetto della democrazia e delle sue regole.

Redazione