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Da troppi anni in Italia il lavoro è offeso e maltrattato. Noi crediamo debba invece tornare al centro di tutte le scelte della politica. L’obiettivo è garantire a tutte e tutti un reddito degno, ma anche condizioni che consentano ogni giorno, insieme al tempo per il riposo e per la libertà personale, un tempo per la manutenzione e la cura degli ambienti e delle relazioni, superando il modello sessista della divisione dei compiti.

Per questo proponiamo:

L’introduzione di un salario minimo (10 euro/H)

Oggi in Italia succede di firmare un contratto che preveda 4,4 euro l’ora di paga. È il risultato di anni di leggi penalizzanti per le lavoratrici e i lavoratori, soprattutto giovani, donne e migranti, divisi fra loro, precari, ricattati e costretti ad accettare salari da fame. Noi crediamo si debba rivoluzionare il sistema: serve una legge sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro e l’estensione a tutte e tutti delle tabelle retributive previste per il settore dai sindacati maggiormente rappresentativi. Se questo non basta, tanto è lo sfruttamento in alcuni settori come la logistica, prevediamo che esista comunque un salario minimo di 10 euro all’ora, sotto cui nessuno possa andare. Sono 1.200 euro al mese ed è il prezzo della dignità.

Pensioni

L’attuale sistema pensionistico non è socialmente sostenibile. Costringe le persone a rimanere al lavoro oltre limiti di età compatibili con la propria sicurezza, contribuisce alla stagnazione della produttività, rappresenta in prospettiva un forte ostacolo al ricambio generazionale. Per questo proponiamo che si possa uscire dal lavoro a 62 anni o con 41 anni di contributi, riconoscendo inoltre i periodi di disoccupazione involontaria, il lavoro di cura non retribuito.La pensione minima non dovrebbe essere inferiore a 1.000 euro.

Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario

L’innovazione tecnologica può diventare un’occasione per migliorare la nostra qualità della vita. Per questo riteniamo si debba partire istituendo da subito un fondo per incentivare le imprese a sperimentare giornate e settimane di lavoro più brevi, senza intaccare il reddito dei lavoratori. In seguito, si dovrà passare ad un intervento legislativo che rivolga la misura alla generalità delle lavoratrici e dei lavoratori.

Basta con la precarietà

L’Italia è diventato il paese dove 8 nuovi contratti di lavoro su 10 sono a termine. Di questi, solo 1 su 100 dura più di un anno, 3 su 10 meno di un mese, 1 su 10 un giorno. È del tutto evidente che in una simile situazione diventa impossibile per chiunque progettare il proprio futuro con serenità. Tirocini, contratti a chiamata, staff leasing, tempo determinato, collaborazioni occasionali, partita iva a mono committenza: sono mille le forme della precarietà. Noi crediamo che tutto questo debba essere cancellato, per tornare alla normalità del contratto a tempo indeterminato, con un tempo di prova iniziale.

Ripristino protezione contro licenziamenti ingiustificati

La Costituzione non può fermarsi fuori dai luoghi di lavoro; perché questo accada si deve essere liberi dal ricatto di essere licenziati senza giusta causa. Iscriversi a un sindacato, professare le proprie idee, denunciare eventuali condizioni di insicurezza, pretendere il rispetto dei propri diritti: sono tutte cose che devono appartenerci senza paura. Per questo vogliamo il ripristino di un sistema di protezione fondato sulla reintegra nel posto di lavoro per tutte e tutti, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore dell’impresa.

Antonio Dell’Aquila

Capolista Alleanza Verdi Sinistra alla Camera dei Deputati per le province di Caserta e Benevento

Redazione