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La redazione di Giornale News ha scambiato quattro chiacchiere con il Maestro in vista del grande evento del 27 Dicembre al PalaPartenope. Una notte tamarra diversa dal solito

A pensarci bene la sua “Patrizia” è stata una sorta di influencer anti litteram. Certo che la frittatina di maccheroni era molto diversa dall’insalata pokè tanto famosa nelle stories di oggi. Sono trascorsi trent’anni da quella hit che ancora oggi viene immediatamente associata a Baia Domizia, regno incontrastato della Reginetta resa immortale da Tony Tammaro, figlio d’arte prossimo al traguardo dei 62 anni che non dimostra nemmeno di striscio.

Otto album da studio, una raccolta (“Tutto Tony Tammaro”), pubblicata nel 1999 e considerata quasi un’enciclopedia in musica, un numero illimitato di cassette pirata, tre film, un programma televisivo (“Tamarradio”) che detiene ancora record di ascolti per emittenza privata, un numero incalcolabile di serate e feste piazze e migliaia di ragazzi, dal Vomero alla Sanità, cresciuti con canzoni come “Il rock dei tamarri”, “Scalea”, “O Trerrote”, “Tiene ‘e ccorna!”.

Il SuperSantos, tema di una canzone cult di Tony Tammaro

Megafono, amplificatore e narratore della cultura tamarra, quella appartenente ai ceti popolari, raramente volgare, quasi sempre fuori le righe. Quello che si pensava potesse essere un fenomeno momentaneo, quasi “usa e getta”, taglia il traguardo dei trent’anni di carriera e vista l’occasione non poteva mancare una festa come si conviene, dai contorni speciali. L’appuntamento è per il 27 dicembre al PalaPartenope di Napoli con “La Notte dei Tamarri”, mega show molto diverso da talune serate minimal che Tony Tamarro propone in giro per l’Italia.

La notte dell’orgoglio tamarro, dove, temperature permettendo, ci si potrà presentare anche in infradito e canottiera, perché il “dress code” non sarà necessariamente elemento portante della serata. Scherzi a parte, sarà una serata che quasi certamente certificherà, una volta di più, (visti i numeri delle prevendite, ndr) l’amore del pubblico per un artista che ha inventato uno stile e non ha mai pensato di rinnegarlo.

Le sue canzoni in stile comico-cafonal hanno accompagnato oltre tre generazioni. Ha rinunciato ai contratti con le major discografiche in nome della libertà e dello sterminato affetto di un pubblico che lo adora

30 anni di carriera. Hai attraversato almeno tre generazioni. Come è stato questo viaggio? Ma soprattutto: in tanti hanno cercato di imitare il tuo stile, il tuo slang. Sono praticamente tutti scomparsi. Perchè Tony Tammaro è rimasto?

Credo di aver attraversato indenne tre decenni mantenendo intatta la mia popolarità perché ho seguito senza deroghe alcune regole: scrivere canzoni solo quando ho qualcosa di originale da dire, altrimenti meglio evitare “canzoni riempitivo”; andare a cantare tenendo presente che questa attività la fai per il benessere del pubblico che viene ad ascoltarti e non per narcisismo; non firmare mai contratti con le major che a fronte di un po’ di soldi ti privano della libertà creativa (in quegli ambienti girano tanti “direttori artistici” che ti dicono persino come devi vestirti).

Trent’anni significa anche un mondo che cambia. Che cosa è oggi la tamarraggine? Ha avuto un’evoluzione positiva oppure è peggiorata?

I tamarri – dichiara Tony Tammaro nell’intervista concessa a Giornale News – ci sono sempre stati. L’anno scorso andai a vedere un interessante spettacolo di Yuri Monaco in cui l’attore interpretava un tamarro dell’antica Roma. I tamarri ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Non migliorano ne peggiorano. Ci sono e basta, quasi fossero un popolo o un’etnia”. 

Altra immagine cult: quella di Tony Tammaro anni ’90

 Restiamo in tema di confronti. “Patrizia” ormai non è più una canzone ma un manifesto, un inno generazionale. Ma oggi esistono ancora le Patrizia oppure sono perse nelle loro perfezioni virtuali sui social tra filtri e labbra a cuoricino?

I social sono diventati il terreno ideale per tutte le “Patrizia”. Patrizia è vanitosa, sa di essere piacente e sa di attirare. In una comitiva, la “Patrizia” che intendo io si muove disinvolta tra decine di maschi che le fanno la corte. Non dice né si ne no a nessuno. Semplicemente se li “palleggia”. Questa è la sua forza, questo è il suo potere”. 

Hai tenuto incontri con gli studenti in diversi atenei. Cosa hai provato quando sei salito in cattedra e quale è stato il concetto più nobile che hai rivolto agli studenti?

La prima volta che parlai in una università, fu a Capua alla facoltà di economia dove andai a spiegare la filiera produttiva dell’industria discografica. Tutti si aspettavano da me battute e lazzi, invece mi presentai in giacca e cravatta munito di slide e con una lezione preparata meticolosamente. Ricordo – continua Tony Tammaroche per un’ora ci fu il silenzio generale e al termine della lezione scattò la standing ovation. Dopo Capua c’è stata Fisciano e la Facoltà di Lettere e Filosofia di Napoli. In questi due casi parlai dell’evoluzione del dialetto partenopeo. Ogni volta che mi trovo in queste circostanze “ufficiali” mi verrebbe sempre voglia di pronunciare qualche frase alla Steve Jobs che resti nel tempo. Alla fine, una frase la dico sempre, sia nelle università che altrove: “SIATE FELICI!!e non credo sia poco”.

IL SALUTO DI TONY TAMMARO A GIORNALE NEWS: CLICCA E GUARDA

“I tamarri sono sempre esistiti ed oggi i social sono diventati un terreno fertile per il genere. Il mio sogno? La Campania senza camorrra”

C’è ancora qualche desiderio che vorresti vedere realizzato?

Vorrei vedere “decamorrizzata” la mia regioneLa criminalità resta ancora una piaga

Ultimamente hai fatto capolino, con buon successo, nel mondo del cinema. Ti piacerebbe continuare a crescere in questo ambiente (pensando anche ad una fiction)?

Al cinema non ci avevo mai pensato, ma quando ti chiamano a recitare registi del calibro di Incerti e Capuano, come fai a dire di no? Non avendo mai recitato prima, devo tutto alle lezioni che mi ha impartito al volo Massimiliano Gallo sul set del filmLa parrucchiera”. Con Capuano è stato tutto più facile. Dovevo interpretare un cantante e la cosa mi viene naturale

Il promo ufficiale della “Notte Tamarra” del 27 Dicembre

Ci salutiamo ovviamente parlando del grande evento del 27 dicembre al PalaPartenope. Come lo definiamo? Un maxi raduno tamarro, una festa speciale…. e soprattutto che show vedrà il pubblico?

Il 27 dicembre festeggerò al Pala Partenope i 30 anni di carriera (in realtà sarebbero 32, ma gli anni della pandemia non li calcolo). Sarà una grande festa, così come lo è stata il concerto indimenticabile del 14 agosto in una gremita Piazza Plebiscito. Ci saranno ospiti a sorpresa e mezzi tecnici più imponenti rispetto agli spettacolini con chitarra visti fin’ora. Pare sia scatenata la caccia al biglietto e questo mi dà conferma che nonostante gli anni il pubblico mi segue”. 

Ci sono due categorie di persone: chi ha cantato “Patrizia” almeno una volta e chi mente…
Vincenzo Lombardi