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Il Ministro dell’Istruzione, in questi giorni, sta facendo dichiarazioni di natura medioevale, non conoscendo, forse, i programmi scolastici e le immani energie che gli insegnanti e i dirigenti scolastici investono quotidianamente per affrontare le difficoltà sociali che vive la scuola.

Non si può sentire dal capo del dicastero che l’umiliazione di fronte ai coetanei è un fattore fondamentale di crescita nella formazione della persona. Indispensabile.

Provvedimento proposto dal ministro: per gli alunni che non rispettano le regole assegnare lavori socialmente utili.
Soltanto lavorando per la collettività, umiliazioni comprese, si impara a prendere responsabilità dei propri atti. Evviva l’umiliazione!

Forse il ministro non sa che i lavori socialmente utili non hanno nulla a che fare con l’umiliazione, la sottomissione: l’obiettivo di questi è valorizzare il bene comune e la collettività.
D’altronde non conosce neanche la differenza tra umiliazione e frustrazione, tantomeno la pragmatica della comunicazione, confondendo la squalifica dalla disconferma.

L’umiliazione non è certo un fattore di crescita ma, al contrario, può portare conseguenze anche gravi.

Altra dichiarazione fuorviante: togliamo il RDC ai ragazzi tra i 18 e 29 anni che non hanno terminato gli obblighi scolastici. Anche in questo caso, il ministro, docente universitario, mostra scarsa conoscenza della realtà socio-economica dell’Italia e in particolar modo di quella scolastica.
Le scuole, da anni, operano per arginare la dispersione scolastica, utilizzando tutti gli strumenti possibili; insegnanti fortemente motivati da una passione, da una vera e propria missione, si spingono con tutte le energie nel recuperare l’abbandono e offrire un futuro ai giovani attraverso conoscenza e cultura.
È il ministro che fa? Dichiara di togliere il reddito a circa 364.101 percettori perché non hanno assolto gli obblighi scolastici.
Mi sembra che il Valditara, oltre a essere un appartenente alla lega nord, sia un marziano che vive in un’altra galassia.
Invito il ministro a mettere i piedi a terra, allontanandosi da pregiudizi e tornare per un po’ a studiare tra i banchi di scuola di ogni ordine e grado, per rendersi conto realmente di quanto questo mondo ha bisogno di aiuto e di riforme serie! Riforme e cambiamenti che diano un nuovo slancio motivazionale alla nostra amata scuola e non certo attraverso metodi repressivi sotto l’egida dell’UMILIAZIONE.

Con dichiarazioni del genere, il capo dell’istruzione, se tornasse a scuola, meriterebbe senza alcun dubbio uno zero spaccato!

Antonio del Monaco, ass.ne sorgente educativa

Redazione