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“Progetto di coordinamento aperto a tutti i partiti, movimenti civici, associazioni sociali, sportive e culturali. Organizzare la maggioranza silenziosa sul territorio”

MADDALONI- Un sasso lanciato nelle acque stagnanti del dibattito politico locale. Nella palude delle candidature, delle affiliazioni e dei personalismi senza programmi, Antonio Giannini prova a smuovere le acque in putrefazione. «In questi giorni il dibattito e il confronto politico è sceso al di sotto della soglia delle decenza. La zuffa scatenata all’interno della maggioranza, tra un assessore e un consigliere comunale, dà l’esatta misura di quanto la politica e l’attività amministrativa sia sia ridotta a pure competizione per il consenso e allo scontro tra chi mira a pesare nel medesimo bacino elettorale. La città e il territorio meritano altro.

E quindi?

E quindi il Pd si pone al centro di un progetto di coordinamento aperto a tutti i partiti, movimenti civici, associazioni sociali, sportive e culturali.  C’è un’emergenza chiara e conclamata: manca una classe dirigente degna di questo nome. Una sitruazione grave che viene prima anche dell’organizzazione delle liste e della coalizione delle amministrative della prossima primavera: noi Dem puntiamo a creare una nuova classe dirigente cittadina che sia altra, negli uomini, nelle donne e nelle pratiche dall’attuale maggioranza che sorregge il sindaco De Filippo.

Ma tutto ciò che esiste oltre il perimetro della maggioranza del sindaco De Filippo soffre di estrema frammentazione. Che fare?

Il Pd, retto dal triumvirato Correra, Giannini, Ventrone, non rinuncia a federare le opposizioni consiliari, movimenti e associazioni in una nuova coalizione. Convocate al tavolo del centrosinistra aperto anche le liste «Città di Idee», la prima forza di opposizione, «Maddaloni Positiva» e il riorganizzato M5S. Si può fare perché si può federare ciò che già esiste perché, con estremo realismo, quello che manca è la consapevolezza che già esiste un patrimonio di capacità, sociali, amministrative e politiche. Solo che sono disperse. Pertanto, sebbene siano maggioritarie, non svolgono il ruolo che spetta loro. Se riusciremo ci sarà una grande sorpresa elettorale. E certamente nascerà comunque una vera opposizione: seria, competente, alternativa alle aggregazioni trasversali e ai cartelli elettorali.

Quale è il metodo da utilizzare?

Non è quello di Italia Viva del consigliere regionale Enzo Santangelo che segue la politica dei due forni. Anzi del forno più conveniente: a Napoli, sceglie De Luca e, a Maddaloni, si mimetizza nella aggregazione civica di De Filippo. Abbiamo l’obbligo di provare a costruire una politica come soggetto plurale che non nasce come coalizione per il sindaco. Le polemiche che lacerano, da quattro anni, la maggioranza sono la dimostrazione che serve qualcosa in più del solo collante dello stare insieme per vincere senza sapere poi cosa fare.

Torniamo al Pd: da quattro anni vivere una condizione di commissariamento perenne di lacerazione. Come se ne esce?

Il Pd, anche a Maddaloni, è un cantiere aperto: aspetta il congresso cittadino per superare la frammentazione a sinistra, divisa tra troppe liste civiche; superare la  diaspora, innescate dalle espulsioni degli iscritti del 2018, e riassorbire parte dell’elettorato che guarda al sindaco De Filippo.

Redazione