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La premier Meloni: “Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico”

di Elio Bove
In Brasile è in atto un colpo di Stato? E’ presto per dirlo. La somiglianza con la vicenda statunitense e le informazioni pervenute finora, anche grazie alle immagini dei social, permettono di ricostruire con sufficiente precisione la dinamica della vicenda, che
comunque ha un esito imprevedibile. Su Twitter l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, in riferimento all’attacco ai palazzi del potere a Brasilia, precisa: “respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile”. La risposta del
Presidente Lula non si è fatta attendere: “durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà” Certo è che l’origine dei fatti risiede nelle elezioni politiche brasiliane di ottobre, nelle quali l’attuale presidente democratico Luiz Inácio Lula da Silva ha sconfitto l’ex-presidente Bolsonaro, provocando lo scontento dei suoi sostenitori. Questi ultimi hanno quindi attaccato il palazzo del Congresso nazionale, riuscendo peraltro a scavalcare le transenne e a introdursi fino al 2° piano dell’edificio, stando alle ultime dichiarazioni riportate dai media locali.  “Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane”, ha twittato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni”. L’assalto ricorda quello subito dal congresso americano dopo la vittoria di Biden su Trump, del quale è caduto il secondo anniversario appena due giorni fa. La polizia brasiliana ha ripreso il controllo del Congresso, del Palazzo presidenziale e della Corte Suprema. Le forze di sicurezza hanno espulso i bolsonaristi sparando bombe lacrimogene. I manifestanti, vestiti di giallo e verde, hanno attaccato oltre al Parlamento e il Tribunale supremo elettorale e la Corte suprema e – secondo quanto riporta O Globo – sono in atto episodi di vandalismo.

Redazione