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di Salvatore Nappo

Ieri sera (8/01 n.d.r.) in diretta abbiamo assistito alle terribili immagini che tutti i media mondiali hanno mandato in diretta da Brasilia, la capitale del più grande stato dell’America del sud, dove almeno 15.000 sostenitori dello sconfitto ex presidente della repubblica, Bolsonaro, sconfitto alle ultime elezioni dell’Ottobre scorso, sebbene per 2 milioni di voti, dall’eletto presidente, Inácio Lula da Silva, rappresentante della sinistra o meglio del centro-sinistra del paese, a sua volta già presidente nel 2003 e nel 2011, questi circa 15.000 facinorosi ieri in diretta hanno assaltato i 3 palazzi della democrazia brasiliana, il congresso, il palazzo del governo e la corte costituzionale, provocando danni ingenti alle strutture e non di meno provocando una usurpazione e l’oltraggio dei simboli democratici dello stato brasiliano.

La tecnica ci ricorda quella vissuta, esattamente 2 anni fa a Washington D.C., quando migliaia di sostenitori di Trump assaltarono Capitol Hill, ossia la sede del congresso americano, ci furono 5 morti, di cui un poliziotto, e milioni di dollari di danni ai palazzi della democrazia americana, il tutto perché Trump, tutt’oggi indagato per quella invasione, non voleva riconoscere la vittoria dei democratici di Biden, poi diventato di fatto presidente degli USA.

Due episodi analoghi che davvero ci fanno pensare e ritenere che le nostre democrazie sono fragili, sono ormai troppo permeate dal qualunquismo e direi anche troppo prone al mercato, al profitto, ai soldi, basti pensare ancora alla vicenda del Parlamento Europeo, dove è ancora in corso l’inchiesta sui soldi e mazzette del Qatar ed altri paesi arabi, quindi la Democrazia è davvero malata e fragile, e non si tratta di destra o sinistra, sarebbe un errore ridurre tutto questo agli schieramenti politici od ai partiti, la Democrazia è fragile perché è smarrita, è in balia del denaro, è ostaggio sempre più delle multinazionali e dalle grandi banche mondiali, che ormai dominano il mondo perché tutto si concentra sul denaro, sul profitto, tutto si può comprare, lo si è visto con il Qatar, che raccontava bene una vignetta “che bella la democrazia, me la compro”.

Va detto anche che quello che è successo ieri a Brasilia, per fortuna non ci sono state vittime, rappresenta davvero oltre che la fragilità della Democrazia anche e soprattutto una crisi mondiale della politica, cioè la politica non assolve da decenni al suo alto compito, ossia risolvere i problemi delle persone, dei ceti meno abbienti, di coloro che sono privi di diritti, di quelli che hanno bisogno di cure e non se le possono permettere, di quelli che non hanno un lavoro o se ce l’hanno è sottopagato e senza diritti, la politica ha per troppi anni dimenticato gli ultimi della terra, è qui che risiede il corto circuito e rende fragili ed esposte ad attacchi di ogni sorta le democrazie del mondo, eppure la parola Democrazia dal greco démos, «popolo» e krátos, «potere» etimologicamente significa “governo del popolo“, ma ahinoi da molti decenni non è così purtroppo, c’è una crisi della politica devastante, cioè il popolo è sempre più lontano dai meccanismi democratici, diserta le urne perché ormai è stufo e questo meccanismo anomalo fa sì che gli eletti vengono eletti da una, ormai, minoranza dell’elettorato attivo e quindi non rispondono al popolo sovrano ma ad una parte di esso o peggio ancora non rispondono a nessuno, ecco allora che c’è la degenerazione della politica e quindi della democrazia, che sarà sempre più fragile, in ogni parte del mondo.

Se mi facessero la domanda: in Italia la Democrazia è forte ? risponderei senz’altro di si, perché ha radici salde e forti, la nostra democrazia nasce dalla Resistenza e si fonda sulla nostra Carta Costituzionale, ma come tutte le democrazie mondiali è in crisi, basti pensare alla partecipazione, alle ultime elezioni legislative quasi il 40% dei cittadini diserta le urne, ossia c’è un rifiuto della partecipazione, fatto grave per un paese settima potenza ed economia mondiale.

Come se esce da tutto questo, non è semplice quando tutto è dominato dal mercato, dal potere per il potere, dai soldi, dalle multinazionali, dalla speculazione della grande finanza in ogni dove, insomma se la politica ritorna a rivestire il ruolo di servizio, e penso alla politica degli anni ’50, ’60, ’70, allora potrebbe esserci ancora la speranza che i cittadini possano ritornare ad essere protagonisti e riprendere in mano le loro sorti rendendosi partecipi alle scelte della politica e quindi realizzare di nuovo delle Democrazie compiute, per il momento, diciamo così, viviamo una sorta di democrazia sospesa e fa davvero male ad un sincero democratico come me scrivere ciò.

Redazione