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Lo sfogo a GiornaleNews degli ideatori del video: ”Mai ci saremmo aspettati che fosse usato dai notiziari senza accertarsi della sua autenticità. Si tratta di un video di denuncia fatto in modo ironico”

“Tanti cittadini ci hanno inviato un video virale che immortala due persone offrire un lavoro onesto ad un parcheggiatore abusivo. Una paga da 1.500 euro rifiutata per continuare a vivere nell’illegalità e intascare, illecitamente, sussidi dello Stato come il Reddito di Cittadinanza o gli assegni familiari”. Queste le parole scritte in un post da Francesco Emilio Borrelli, deputato per Alleanza Verdi-Sinistra.

”Non sappiamo se si tratti di qualcosa di totalmente reale o di finzione, sta di fatto che quanto immortalato nel video è la condizione reale che vivono oggi i parcheggiatori abusivi, che ogni giorno estorcono decine di migliaia di euro agli automobilisti, incassati a nero e spesso per conto della camorra, e beneficiano pure indebitamente dell’assistenza dello Stato, portando a casa molti più soldi di un onesto lavoratore.

Ci faremo promotori alla Camera di una proposta di legge per consentire alla polizia di poter accedere rapidamente alle pratiche per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza di questi parassiti e ai conti correnti dei loro familiari. Bisogna fargli sentire il fiato sul collo, per debellare questa piaga spesso legata alla camorra c’è bisogno di una lotta serrata e di tolleranza zero”.

LA REAZIONE DEGLI IDEATORI

Il video in 24 ha avuto 1 milione e trecentomila visualizzazioni. “Questo video, che ha fatto il giro dei social ed è finito addirittura sui notiziari, non è altro che un esperimento sociale ideato da me (Luca Franzese, ndr) ed altri 2 miei amici Massimo Cerbone e Genny Rea, attori amatoriali. Era per vedere la reazione del popolo verso le politiche sociali attuali e dinanzi i vari disagi sociali.
Ma mai ci saremmo aspettati che il video fosse usato dai notiziari in modo improprio senza accertarsi della sua autenticità.

Per questo mi è sembrato doveroso fornire queste notizie. Non posso che dire che nonostante siamo arrivati al 2023 si giudicano ancora i libri i dalle copertine e come si suol dire l’abito non fa il monaco. Oggi ne stanno parlando tutti i giornali online, lo ha pubblicato anche il deputato Borrelli. L’informazione non dovrebbe mai essere distorta, bisogna prima accettarsi e poi divulgare”.

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Luigi Ottobre