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Si ritorna al regime di coesistenza tra i dettami del vecchio Piano regolatore generale (Prgc) in vigore e il nuovo piano urbano comunale (Puc) in adozione

MADDALONI- Sono ritornate le norme di salvaguardia. I tecnici e gli imprenditori masticano amaro: dopo 12 mesi esatti, causa protrarsi dell’approvazione del nuovo Puc e il mancato completamento degli iter (in corso presso gli organi di vigilanza) si ritorna al regime di coesistenza tra i dettami del vecchio Piano regolatore generale (Prgc) in vigore e il nuovo piano urbano comunale (Puc) in adozione. In pratica, tutte le vecchie pratiche edilizie in arretrato, quelle già poste in essere e tutte le richieste di interventi edilizi dovranno passare attraverso un «doppio filtro consecutivo»: l’ammissibilità della domanda nei confronti del vecchio strumento vigente e, in caso favorevole, si verifica l’ulteriore ammissibilità anche nei confronti dello strumento in via di adozione. E sarà applicata la norma più restrittiva. Tecnicamente, sarebbe un doppio sistema di tutela a garanzia dell’attività edilizia in corso (con tutte le sue ricadute socio-economiche e professionali)  sospendendo le domande in contrasto con il nuovo Puc. Come da tradizione, vige il silenzio tra i consiglieri comunali e i partiti, ovvero scatole vuote di pensiero e progettualità, che si affacciano sulle scenario politico locale. Oltre le bocche cucite si confrontano due «scuole di pensiero». C’è chi minimizza le ricadute: poco cambia in attesa del responso degli organi di vigilanza. Poi ci sono i «preoccupati»: si rischia la corsa al commissariamento da parte dei privati e il conflitto. Con il pericolo che, tra un anno, possano riscattare le norme di salvaguardia. infine, c’è chi teme che il Puc debba essere riadottato con la ripresentazione delle osservazioni. La verità sembra essere nel mezzo: il comune va avanti e sceglie una posizione contraria alle norme restrittive della Regione puntando sui criteri delle norme statali generali che concedono tre anni ai comuni. Tra timori e realtà tutto dipende dai tempi della Provincia, Soprintendenza, Genio civile, Autorità di Bacino e Asl. Si teme che ci siano anche tempi supplementari come la richiesta di chiarimento sulle cubature nelle aree edificabili e sulla carenza delle tavole di dettaglio non presentate ancora su scala uno a duemila.

Redazione