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Questa mattina, a Marano, nella chiesa di Maria Santissima della Cintura e della Consolazione, è stato celebrato il ricordo del giovane Carabiniere Salvatore Nuvoletta, ucciso il 2 Luglio di 39 anni fa in un agguato di camorra. Giocava con un bambino e quando si rese conto di essere nel mirino dei sicari, salvò il ragazzino facendogli da scudo, permettendogli di scappare.
Giorni prima della sua morte, parlando con la madre, il Carabiniere Nuvoletta disse: “So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un Carabiniere!”
Ad officiare la cerimonia che ha ripercorso la vita del militare allora in servizio presso la Stazione di Casal di Principe, Don Tonino Palmese, in presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli Generale di Brigata Canio Giuseppe La Gala, del Maggiore Lo Conte e del Luogotenente Firetto, rispettivamente Comandanti della Compagnia e della Stazione di Marano, del Commissario Straordinario del Comune di Marano Dott.ssa Gerardina Basilicata, di insegnanti e studenti di alcuni Istituti scolastici della città, dei familiari del Carabiniere e di associazioni Carabinieri attive nel comune di Marano e in quelli limitrofi.
Al termine della celebrazione eucaristica, il Generale La Gala ha voluto ricordare Salvatore Nuvoletta, parlando di “memoria” a giovani e adulti: “Memoria è libertà di scegliere da quale parte stare, libertà è sinonimo di responsabilità!”.
“Una società senza memoria non ha futuro.” – ha esordito il Comandante Provinciale di Napoli – “È nostro dovere ripercorrere il passato come spunto per il futuro; infatti, Memoria non è solo testimonianza, bensì volontà di cambiamento. Il ricordo serve per attivare una serie di iniziative ed evitare che possano risuccedere le tragedie del passato. Dobbiamo farlo con coscienza, con le nostre azioni quotidiane. Qui vedo alcuni insegnanti che hanno portato il ricordo del Carabiniere Salvatore Nuvoletta nelle scuole nell’ambito della promozione della legalità. E l’Arma dei Carabinieri sta investendo molto sui giovani, promuovendo la cultura della legalità nelle scuole. Lo abbiamo fatto anche ricorrendo alla Didattica a Distanza, con l’intento di piantare nelle nuove generazioni il seme della legalità, del giusto. Fare in modo che si prenda coscienza del proprio ruolo determinante nella società civile.
Essere qui oggi per ricordare l’omicidio del carabiniere Salvatore Nuvoletta significa, come ha ricordato anche Don Tonino Palmese durante la sua Omelia, scegliere liberamente da quale parte stare. La libertà va pertanto associata alla responsabilità delle scelte di vita e non di fare ciò che si vuole senza rispetto delle regole. È questo ciò che cerchiamo di insegnare ai giovani ragazzi nelle scuole!
Inoltre, libertà non significa chiudere la finestra di casa dopo aver assistito alla commissione di un reato pensando di essere liberi di non denunciare. Libertà invece significa sentirsi responsabili di ciò che si è visto per riferire subito alle forze di polizia e consentire l’individuazione degli autori di un reato. Libertà significa essere cittadini responsabili nel denunciare tutto ciò che non corrisponde al rispetto delle regole.”
Dopo la Santa Messa, è stata deposta una corona di alloro presso la tomba che custodisce le spoglie di Salvatore Nuvoletta.

Redazione