
MADDALONI- Quello tra Andrea De Filippo, sindaco per volontà popolare e imperatore della maggioranza arcobaleno, e i “professori di mandolino” (ovvero ingegneri, architetti, geometri) è un rapporto di odio e amore. Anche se, a livello personale, l’ecumenismo imperiale (quello che oggi unisce in un unico abbraccio l’estrema destra e l’estrema sinistra, i suoi detrattori più acerrimi e i suoi amici storici, gli opinionisti da marciapiede e i cercatori di un posto al sole) ha affratellato anche i tecnici di tutte le latitudini politiche. Ma poi ci sono i fatti oggettivi: è diventato problematico intervenire nel centro storico più abbandonato della provincia: tutte le attività, anche quelle di manutenzione ordinaria e quelle necessarie per evitare crolli ulteriori, non vincolate dal fallimentare piano di recupero o da interessi architettonici e di tutela, dovranno essere valutate dalla Soprintendenza. Le ricadute pratiche sono enormi non solo per l’allungamento dei tempi procedurali: si ferma l’edilizia ordinaria e pure si paralizzano quei pochi investimenti sul patrimonio immobiliare soprattutto nel centro storico pedemontano sempre più degradato e deserto. Il piano casa consente, in deroga agli strumenti vigenti, interventi di abbattimento e ricostruzione soprattutto per gli stabili abbandonati, quelli chiusi per crollo parziale e quelli prossimi alle otto aree totalmente abbandonate dell’area pedemontana: da via Alturi ai Formali. C’è un «doppio collo di bottiglia dell’approvazione» delle pratiche edilizie nel centro storico. Visto che il piano di recupero (dato 1988), il Prgc vigente (1985) non accolgono le nuove direttive e in assenza dell’attivazione della commissione paesaggistica (che consentono di operare su tutti gli immobili ad eccezione di quelli vincolati) accade che tutto deve passare al vaglio della Soprintendenza. E adesso, bisogna trovare una via d’uscita sensata compatibile con le norme. Forse serve elasticità e capacità di intervento selettivo sui singoli casi. La rigidità che arriva da chi regge le sorti dell’Ufficio tecnico contribuisce ad inasprire li animi quando invece è il momento del confronto e della collaborazione. L’amore è bello se non è litigarello: continua la lunga storia di amore avvincente tra l’ “Imperatore del Sacro Democristiano Impero” e il “professori di mandolino”.
