00 4 min 1 anno

di Antonio Del Monaco- Il bunker di Zagaria sarà abbattuto il giorno 16 febbraio alla presenza del Ministro, del Capo della DIA, del Prefetto e di tantissime altre autorità.
Io non ci sarò… sia perché non sono stato invitato, sia perché sarò a Roma per motivi di salute.
Posso però dire (anzi ribadire), con fierezza, che volontà e impegno hanno dato il risultato sperato.

Per mesi, anni, ho portato avanti le ragioni della giustizia e della trasparenza. E sono stato ascoltato, in verità, sempre con la buona e sincera attitudine di voler fare qualcosa di forte e importante: dall’allora procuratore capo di Napoli, oggi capo della Dia al prefetto di Caserta; dall’agenzia regionale dei beni confiscati al sindaco del Comune di Casapesenna.

Eh sì, il bunker sarà finalmente abbattuto e, purtroppo, non potrò esserci quando accadrà.
Una parte di me accetta con amarezza questa assenza, perché sento questo traguardo non solo mio, ma di tutto il Movimento Cinque Stelle, legato alla Politica con la P maiuscola, a cui facciamo riferimento quotidianamente; e dunque non può che dispiacermi non poter vedere con i miei occhi il “nido sicuro” di Zagaria, da dove tutto è nato, crollare, disintegrarsi, sparire… per sempre!

Sono trascorsi anni, tanti… e anche difficili…durante i quali ho avuto confronti diretti con chi di dovere, nell’obiettivo comune di ripristinare la legalità; ho cercato di premere l’acceleratore sul da farsi, per dare un chiaro segno di riscatto e rinascita.
Ho continuato senza sosta a portare avanti le ragioni della giustizia e della trasparenza, valori in cui credo fermamente!

Oggi, alle parole, alle promesse, sono seguiti i fatti.
Oggi è realtà: giovedì ci sarà l’abbattimento di un bene abusivo, del quale da 10 anni non si sapeva addirittura chi ne possedesse le chiavi.
Il mio sentito ringraziamento va alla giornalista Marilù Musto, che ha aperto l’inchiesta per far chiarezza sul caso.
Un ulivo, simbolo di pace, legalità e amore per le proprie origini, per il territorio, sarà piantato nello stesso luogo.
Un luogo che torna alla comunità.
Un luogo che rinasce.

Il bunker non poteva essere confiscato e riutilizzato per scopi sociali o altro, in quanto costruito in maniera del tutto abusiva, fatto per cui si è speso del tempo prezioso a capire e decidere il da farsi.
Io sono felice, sinceramente sollevato e soddisfatto per quanto sta per accadere: quel bunker è simbolo del male, fulcro di ogni decisione criminale presa; è il luogo delle menti diaboliche che hanno ordito piani oscuri e innumerevoli atrocità; posto di comando di un uomo che ha gettato nel fango e nella paura un’intera comunità, seminando morte e vergogna, veleno e odio.
È finita, però. Finalmente possiamo mettere un punto a tutto questo e seppellire l’onta del peccato sotto l’ombra rassicurante della natura.

Sento questo traguardo non solo mio, ma di tutto il Movimento, e desidero ribadirlo.
Immagino che il boss sappia come sono andate le cose, che il mio nome sia giunto alle sue orecchie…
Spero però di poter incontrare un giorno anche lui, per un confronto… forse per cercare di capire se un briciolo di umanità possa essere sepolta in fondo alla sua coscienza. Proprio come tra le macerie di un bunker. Il suo.

Redazione