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MADDALONI- C’è anche l’impianto di regolazione e misura (Remi) di Maddaloni, tra le tre infrastrutture monitorate da Legambiente relativamente al fenomeno delle perdite e delle dispersioni di gas metano. «C’è puzza di Gas», la campagna di Legambiente svolta in collaborazione con «Clean Air Task Force» (CATF), ha divulga il numero di perdite sulle condotte e di rilascio volontario in atmosfera (venting) di metano. L’obiettivo delle misurazioni, mediante l’impiego della termocamera per la rilevazione ottica di gas «Flir gf 320»,   è informare i territori sui rischi legati alle perdite e agli sprechi del gas metano con le relative ricadute ambientali. Legambiente è preoccupata per il«flusso continuo di gas volontariamente rilasciato in atmosfera di routine».

I dati divulgati

Indagine emissioni di metano in Campania. Legambiente insieme al CATF ha effettuato durante la tappa un’indagine su tre impianti a gas campani gestiti da SNAM: la Centrale di Compressione di Melizzano, l’impianto di regolazione e misura (REMI) IR712/A a Maddaloni e il bypass di emergenza del nodo di Melizzano. Grazie alla termocamera per la rilevazione ottica di gas “FLIR GF320” sono state individuate in totale circa 70 punti di emissione, dei quali 11 casi di venting e circa 60 perdite, in differenti componenti delle infrastrutture (bulloni, valvole, giunture, connettori e contatori) dimostrando, talvolta, uno scarso livello di manutenzione o componenti inadeguate. In particolare nella Centrale di Compressione di Melizzano sono stati identificati più di 30 punti di emissione, dei quali tra le 20 e le 25 perdite e 9 casi di venting. In questo impianto, come nel bypass di Melizzano, preoccupante il flusso continuo di gas volontariamente rilasciato in atmosfera (venting) di routine, pratica che, per Legambiente e CATF, dovrebbe essere vietata. Nell’impianto di Maddaloni, invece, trovate circa 25 perdite e un caso di venting.

I commenti

“Basta scelte anacronistiche e investimenti che condannano la Campania alle dipendenze del settore fossile almeno fino al 2050-2060 e che non aiuteranno neanche imprese e famiglie a ridurre i costi in bolletta— ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania — A questo si lega l’urgenza di contenere le emissioni di gas metano, come confermano i monitoraggi effettuati nelle principali infrastrutture a gas campane. Un’emergenza che coinvolge l’intero Paese, complicata dall’imponente espansione del settore e dalla mancanza di regolamentazioni adeguate. Serve cambiare passo, puntando sulle rinnovabili, l’unica strada percorribile per il perseguimento degli obiettivi climatici”.

I monitoraggi svolti in Campania dall’associazione ambientalista e CATF tra il 15 e il 17 febbraio, si aggiungono a quelli dello scorso ottobre tra Sicilia e Basilicata, che hanno individuato 80 perdite e rilasci documentati, testimoniando come il problema riguardi l’intera filiera e non si tratti di casi isolati. Da sottolineare, però, come nel caso campano, il numero di dispersioni rilevato sia risultato molto al di sopra della media.

“Sono sconvolto dalla quantità di componenti che perdono metano che abbiamo rilevato dal monitoraggio condotto sui tre impianti a gas campani — ha aggiunto Théophile Humann, Responsabile della campagna sul metano di Clean Air Task Force — In aggiunta a un gran numero di rilasci volontari di gas, in quasi tutti i punti dove ho puntato la termocamera ho trovati diverse perdite: dalle tubature, valvole e misuratori. In tempi di discussioni accese sulle questioni energetiche, vedere tutto questo metano alimentare il cambiamento climatico è profondamente preoccupante”.

Impianto Remi di Maddaloni
Redazione