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MADDALONI- Il territorio è come un gambero. Altri passi indietro per la raccolta differenziata: dal 35 per cento del 2018 si è passati al 29,38%. Vista l’estensione del territorio e il numero di abitanti, Maddaloni è all’ultimo posto in provincia. Fanno peggio solo comuni che hanno meno abitanti. C’è un fallimento nel fallimento: non hanno funzionato tutti gli «interventi speciali», l’affiancamento sul territorio dei dipendenti Consorzio di Bacino (pagati dalla Regione), il tentativo di insediare «compostiere intermedie e di prossimità». Un vero disastro il progetto di «riordino dei servizi di gestione dei rifiuti urbani e assimilati». Maddaloni resta tra i «territori a rischio per la raccolta differenziata ovvero nella classe A».

Consigliere Tenneriello, questa dato, non fa notizia. Anche l’opposizione e gli “ambientalisti della domenica” tacciono. Tutti impegnati a compilare le liste elettorali. Ma poi per fare cosa?

Il rischio vero è che ci si abitui a tutto. Maddaloni può vantare altri record negativi: conferisce un volume di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) superiore a Caserta che ha esattamente il doppio di abitanti. In assoluto, il volume maggiore di rifiuti ingombranti. Questo è un territorio inquietante: da 13 anni, la gestione dei rifiuti è un’emergenza. Prima legata alla questione discariche (con il sindaco rimosso dal Presidente della Repubblica), poi una questione giudiziaria (con gli arresti) e oggi organizzativa. Intanto, il servizio è scadente e la Tari è molto onerosa.

Di chi è la colpa?

Quanto l’emergenza è cronica, il disastro va ripartito: il 33% imputabile all’inciviltà e allo strapotere delle bande di svuotacantine, il 33% all’inefficienza dei servizi e il  restante 34% al comune. E questa volta i numeri non possono essere smentiti con buona pace dei maddalonesi furbi e incivili e di questa amministrazione che ha fallito sul versante rifiuti.

Redazione