10 5 min 1 anno
Maddaloni celebra i 250 anni della morte di Vanvitelli

di Pasquale Cicia

L’Istituzione Museo Civico di Maddaloni celebra l’architetto Vanvitelli a 250 anni dalla morte. La manifestazione è stata ideata ed organizzata in collaborazione con l’Università di Napoli “Federico II”, l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, il Liceo Statale “Don Gnocchi” di Maddaloni. A tal proposito, è stato uno studente del Liceo don Gnocchi, Pasquale Cicia, nostro collaboratore, ad intervistare la Dirigente Annamaria Lettieri.

Il 250° anniversario della morte di Luigi Vanvitelli impone una più ampia riflessione nelle scuole. Può dirci come nasce il progetto “Caserta al tempo di Vanvitelli”?

Caserta è un luogo importantissimo per la storia e la vita di Vanvitelli. La Reggia di Caserta con quella di Versailles sono le più belle al mondo. Fondamentale è anche il percorso dell’acqua che Vanvitelli organizza per portare all’interno della Reggia. La Reggia è un monumento meraviglioso per tutto un insieme di bellezze. Non va dimenticato inoltre l’acquedotto Carolino, nato per alimentare il complesso di San Leucio e che fornisce anche l’apporto idrico alla Reggia di Caserta

Il Progetto vede coinvolto anche il Liceo don Gnocchi. Con quale ruolo?

Il Liceo don Gnocchi, con in particolare l’indirizzo artistico, è un punto di riferimento delle attività. Ho sempre cercato di valorizzare la storia di Maddaloni, a partire dalle Chiese. Maddaloni è conosciuta come la città delle 50 Chiese. Una delle più importanti è la Basilica Minore del Corpus Domini, con il campanile di scuola vanvitelliana e l’altare progettato dal Vanvitelli. Lo studio dell’opera di Vanvitelli rientra proprio  nel core curriculum della nostra scuola.

Il ministro Sangiuliano ha indicato la Reggia di Caserta come epicentro culturale ed economico. Condivide?

Certamente. La Reggia di Caserta è il fiore all’occhiello del Progetto vanvitelliano, senza dimenticare San Leucio. IlComplesso Monumentale del Belvedere (riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità) è una vera e propria realtà industriale ed economica. Decisamente interessante è la storia che ha visto l’arte serica affermarsi nel casertano, un vanto locale. All’interno di questa città-fabbrica si svolgevano tutte le fasi del processo produttivo che portavano alla realizzazione di veri capolavori artigianali: il filo del baco da seta (lungo anche centinaia di metri), dopo esser stato ammorbidito nell’acqua calda e steso in tensione, andava a formare delle matasse. San Leucio è anche una comunità di uguali che contava 37 famiglie, per le quali il re fece realizzare alloggi a schiera su entrambi i lati della porta di accesso al borgo, in ossequio all’utopia sociale del ‘700. Tuttora queste dimore sono in bella mostra appena si entra a San Leucio. Tutte uguali e tutte funzionali alla comunità casertana di stampo egualitario, votate al rispetto delle leggi, alla comunanza dei beni e alla laboriosità di tutte le classi sociali.

Di particolare pregio architettonico e patrimonio mondiale dell’UNESCO sono i Ponti della Valle di Maddaloni. Un altro capolavoro del Vanvitelli, che ha richiesto 16 anni di lavori. Pare che il sito non rientri nei circuiti turistici che contano. Perché, secondo lei?

Non rientrano per una cattiva gestione del turismo locale. Con un itinerario turistico, partendo dalla Reggia e passando per i Ponti della Valle, si arriverebbe all’oasi di San Silvestro e al Belvedere di San Leucio con i setifici. Un circuito da pubblicizzare, facendo così cadere quel modo di fare, appartenente ad una mentalità del meridione, che porta a coltivare il proprio orticello. La valorizzazione di tanti piccoli siti, come nel nostro caso, crea una sinergia unica. Tutela artistica ed agricoltura, per esempio, vanno a braccetto. Va pensata anche la collocazione della grande tradizione della mela annurca di Valle, che fa parte di questo discorso legato alla valorizzazione del territorio.

Ci dia un suo giudizio su Vanvitelli. 

Portato a Caserta, ha reso importante la città capoluogo e non solo. Vanvitelli inoltre si lega a Terra di Lavoro e al Regno delle Due Sicilie, il cui simbolo è l’acquedotto Carolino. Voglio ricordare che gran parte della Terra di Lavoro veniva denominata Campania felix, dove felix stava a indicare l’opulenza e fertilità della regione. Ed ancora una volta il discorso va a ricadere su Maddaloni, sul suo mercato ortofrutticolo. In Italia viene subito dopo quello di Fondi. Insomma Vanvitelli è stato un genio nel suo campo, ma ha trovato da noi le giuste condizioni per impiantare la sua grande opera in un contesto di assoluto valore.

Redazione