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Duro Landini della Cgil, che chiama Cisl e Uil alla mobilitazione

È una “svolta necessaria per il Paese”, ha detto la premier Giorgia Meloni ai ministri, raccontano alcuni presenti alla  riunione. Lo avevamo promesso e oggi manteniamo l’impegno: al via l’iter che entro 24 mesi darà vita a una rivoluzione fiscale che l’Italia
attende da 50 anni – ha scritto poi sui social la presidente del Consiglio -. Una riforma strutturale e organica che si pone l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale per imprese e lavoratori, creare un nuovo rapporto di fiducia tra Fisco e contribuenti e incentivare la
crescita e l’occupazione secondo il principio del ‘più assumi e investi e meno tasse paghi”. e poi ancora: “La Riforma contiene una visione complessiva e programmatica che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente, gettando le basi per un nuovo rapporto di fiducia con il Fisco. Grazie alla Riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità, favoriamo occupazione e investimenti”. Con il disegno di legge delega varato dal Cdm, viene garantita la “razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi)”. La delega prevede anche la revisione delle tax expenditures, (oggi più di 600 voci) e l’equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti (8174 euro e pensionati 8500 euro). Approvato anche il decreto sul Ponte sullo Stretto. Via libera a un testo che consente l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell’opera. Rinasce così la Società Stretto di Messina che avrà una nuova e più moderna governance.  “Questa volta non ci fermeranno”, dice su Instagram il leader di Fi Silvio Berlusconi. Dura è invece la posizione della Cgil di Landini, che chiama alla mobilitazione la Cisl e la Uil. “Io mi sono rotto le scatole – dice senza giri di parole il segretario Cgil, Maurizio Landini – non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”.

Elio Bove